Nell’era Zapatero il Paese è finito ko

Nella Spagna di Zapatero adesso non c’è più spazio per i sorrisi. La batosta elettorale è solo la conseguenza di una situazione sociale-economica che abbraccia il paese ormai da un anno. Sono lontani i tempi in cui il premier spagnolo bacchettava l’Italia: oggi in Spagna si deve far fronte alla prima recessione degli ultimi quindici anni. Un triste record che ha iniziato a dare i primi segnali nella seconda metà dell’anno scorso. Il processo di crisi si è infatti accentuato nel terzo trimestre del 2008 quando il Prodotto interno lordo è calato dello 0,3% e si è consolidato nei tre mesi successivi quando il segno negativo è stato dell’1%. Le prime indicazioni del 2009 sono ugualmente da brividi: il Pil è calato di altri 2,9 punti percentuali.
Ovviamente ciò si traduce in dati negativi anche e soprattutto nel tasso di disoccupazione: anche qui Zapatero vanta un primato invidiato da nessuno. A maggio il 17,4% della popolazione era disoccupata e le previsioni per fine anno parlano della spaventosa cifra del 19% (sarebbe record europeo), riguardando oltre quattro milioni di persone.
In tutto questo è ovvio che le famiglie spendano bene per arrivare a fine mese e infatti le spese di consumo del nucleo familiare sono diminuite di quasi 2 punti.

Addirittura a Malaga offrono due case al prezzo di una pur di incentivare il mercato immobiliare. Non solo: a marzo il governo ha fatto sapere che il turismo è stato duramente colpito, con il 13,1% di visite in meno in tutta la Spagna. Anche l’Europa certifica la crisi di Zapatero e del suo paese.

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