Gian Piero Scevola
Mamma mia che freddo. Ma anche che pazzia assistere di questi tempi a una partita di calcio in notturna. Chi in queste serate ha avuto lardire di lasciare il proprio salotto per avventurarsi allo stadio, può essere considerato un eroe. Ma non sa quali rischi ha corso. Sullargomento si è anche espressa nei giorni scorsi lAssociazione calciatori, con Sergio Campana che ha tuonato: «Terreni irregolari fanno gare irregolari. Brutte per lo spettacolo, pericolose per lincolumità dei giocatori e disagevoli per il pubblico che abbandona gli stadi. Occorre impedire le notturne da metà dicembre a metà febbraio». La pensano allo stesso modo i calciatori che dicono «basta alle notturne invernali con il ghiaccio al posto dellerba e temperature polari».
Nessuno allora meglio di Piero Volpi, uno che ha calcato i campi come professionista e che poi è stato per anni medico dellInter, può spiegare rischi e pericoli delle gare in notturna. «Intanto, come consulente dellAic, diciamo che da più di due anni stiamo cercando di apportare correttivi a questa situazione - afferma Volpi - trovando le solite risposte: ci sono i mondiali, ci sono gli europei, insomma la compressione dei calendari e le esigenze televisive la fanno da padroni. Facciamo quindi un discorso medico preventivo: già in Italia i terreni non sono belli, se poi ghiacciano diventano anche rischiosi. Spesso su uno stesso terreno ci sono zone ghiacciate, morbide e dure. Quanto ai rischi, con le attuali temperature medio basse, sono essenzialmente di natura muscolo-tendinea con stiramenti allordine del giorno. Ne soffrono anche le articolazioni, soggette a miracoli dequilibrio proprio perchè sollecitate maggiormente a mantenere i giocatori in piedi».
E quelli che gelano sugli spalti? «Per loro tanta comprensione - continua Volpi - ma stiano attenti, perchè stare a temperature sotto zero dopo una giornata lavorativa, a stomaco vuoto o anche dopo aver cenato, può creare problemi di congestione. Sotto sforzo sono gli apparati cardiocircolatorio e digestivo e i rischi sono enormi».
«Ai miei tempi partite del genere, con temperature polari non si giocavano», afferma deciso Sandro Mazzola, uscito da San Siro dopo Milan-Palermo imbacuccato come Babbo Natale. «È da pazzi scendere in campo su questi terreni, si rischiano gravi infortuni». E meno male che il terreno del Meazza, alle ore 21, aveva una temperatura di +5 (alle 19, grazie alle serpentine dacqua calda interrate di 20 cm, era di +12). «La coppa Italia una volta veniva disputata in agosto. Ma soprattutto non era la tv a decidere gli orari e, in caso di rinvio della partita per nebbia o pioggia, si giocava il giorno successivo alle 13.30, mai e poi mai di notte. E non mi si venga a dire che noi giocavamo di meno, anche perchè ai miei tempi le rose erano ridotte rispetto a oggi».
Ma non solo in Italia il terreno gelato fa il killer.
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