«Neppure Coppola avrebbe accettato di fare il terzo»

«Ma perché non hanno preso un giovane? Sarebbe andato in tribuna senza problemi, accanto a dei portieri così importanti sarebbe cresciuto e magari fra un paio d’anni avevi in squadra uno che conosce l’ambiente e sa come muoversi in società».
Pierluigi Pizzaballa, rossonero negli anni Settanta, non ce l’ha col Milan, ma con chi non dà la giusta importanza al ruolo. «È il più delicato».
Bisogna coccolarselo?
«Mi chiedo come sia possibile che non si capisca che è la base da cui partire. Un portiere che sente fiducia attorno a sé fa la parata che ti fa vincere la partita. Fra tutti quelli in campo è quello soggetto ai più grandi sbalzi di forma perché basta una papera per farlo cadere in depressione, una grande società deve capire che il portiere è un grosso problema».
Lei chi preferisce dei tre?
«Non c’è uno che si stacca sugli altri. Ero convinto che Dida non rientrasse più nei programmi, questi continui problemi fisici non lasciano tranquilli. Mentre invece Kalac di grande mi sembra abbia solo il fisico. Non è un portiere da grande squadra e come lui in Italia ce ne sono tanti. Abbiati invece è un italiano e conosce gli umori dello spogliatoio. Il portiere deve avere un grande feeling con la difesa che ha davanti, altrimenti è insicuro e va in difficoltà anche su dei tiri banali. Io partirei con lui titolare».
E chi manda in tribuna?
«Non saprei, ma so che questa musica non funziona, il calcio è cambiato molto ma occorrono dei punti fissi, e il portiere è uno di questi. Forse negli altri ruoli funziona, ma in porta non si può mettere quello più in forma e poi domani mettere un altro. Si toglie sicurezza a tutti: un giorno in campo, un altro in panchina, un altro ancora in tribuna: che pasticci sono?».
In tribuna non ci va volentieri nessuno...
«Non ci sarebbe andato neppure Coppola, ha preferito Bergamo e quest’anno giocherà ancora nell’Atalanta.

Lui ha fatto una scelta, ha preferito giocare, ha detto che una concorrenza troppo accentuata gli avrebbe tolto tranquillità. Lui ha reagito così. Ma sono tanti i portieri che se non sentono sicurezza attorno a sé rischiano ogni domenica di finire tra i fischi».

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