Caro sindaco Moratti,
faccio outing: abito fuori città. Ma, soprattutto, sono uno di quelli che guida la macchina, che la usa - lo so, è terribile - per venire a lavorare a Milano. E quindi, cara Signora Moratti, è per questo che lei diventa automaticamente il mio sindaco. Soprattutto adesso, nel momento in cui dovrò versarle lobolo per continuare a praticare questo antipatico vizio: ci ho provato, ma di non lavorare purtroppo non mi riesce.
Confesso, Sindaco: lei ha ragione. È tempo di fare qualcosa per questa città assediata dai fumi e dalla maleducazione. Pensi che io sarei daccordo a chiuderla tutta, Milano, e per tutti. Naturalmente raddoppiando contemporaneamente tram, autobus e metrò e mettendoli a disposizione fino ad ora tarda. Così, nellattesa, avevo deciso di cominciare a frequentare più da vicino i mezzi pubblici, non perché non li abbia mai considerati, ma perché con lautomobile - e a causa degli orari che il lavoro mi impone -, risparmio circa tre quarti dora a viaggio. Ci pensi, signora Moratti: unora e mezza di vita in più al giorno. Insomma, lei mi aveva convinto.
Poi però ieri ho appreso che la mia intenzione non è politicamente corretta, anche se avevo capito il contrario. «Usate i mezzi» avevo sentito dire, eppure scopro che adesso si dovrà pagare anche lì, per parcheggiare vicino alle stazioni della metropolitana, in quei luoghi di perdizione dove di solito sono i ladri dauto indisturbati (glielo posso garantire, esperienza personale) a fare affari.
Riassumendo, Sindaco, se si vuole entrare in città bisogna pagare dazio, se si vuole usare mezzi alternativi ma ugualmente rapidi si dovrà pagare lo stesso. Mi chiedo: non assomiglia tutto questo a una tassa? È vero, ho sentito dire che tutti questi soldi verranno usati per rendere più vivibile la città.
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