
Avevano in mano lo spaccio a Cortina, avevano acquisito la gestione diretta o indiretta di locali ampezzani e, soprattutto, puntavano a infiltrarsi negli appalti pubblici per l'Olimpiade invernale di Milano-Cortina. Sono i tre appartenenti a un gruppo criminale arrestati ieri dai carabinieri su disposizione della Dda di Venezia. I provvedimenti sono stati eseguiti a Cortina d'Ampezzo e a Roma. Gli indagati sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Altre quattro persone sono state perquisite. Le indagini hanno portato all'emissione di tre misure cautelari, di cui una in carcere per Leopoldo Capobianchi e un'altra ai domiciliari per il fratello Alvise. Utili all'inchiesta le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. I due fratelli, con precedenti, sono noti tra gli "Irriducibili" degli ultrà della Lazio e avevano rapporti con la criminalità romana, tra cui Fabrizio Piscitelli, conosciuto come "Diabolik", ucciso nel 2019.
"Siamo dei mafiosi, non scherzare con noi": è uno dei messaggi inviati dai fratelli Capobianchi ai gestori di locali di Cortina. Tra gli episodi contestati agli arrestati, viene citato dal gip il tentativo di estorsione nel 2023 ai danni dell'allora assessore del Comune di Cortina, Stefano Ghezze, per "costringerlo ad assegnare appalti connessi alle Olimpiadi invernali". I fratelli romani in vista delle elezioni del 2022 avrebbero costretto un dipendente di Ghezze a organizzare un incontro con l'assessore "in cui proponevano un voto di scambio in cambio di appalti connessi alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina". I due, inoltre, hanno minacciato Ghezze "ad elezione avvenuta e a nomina di assessore conseguita, di ritorsioni in caso di mancato rispetto degli accordi". L'assessore, aggiunge il gip, non ha però ceduto alle richieste.
L'operazione parte nel giugno 2024 dalla Dda nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Belluno su un traffico di droga avviata nel 2022. È così emerso il coinvolgimento dei due fratelli romani, che ostentavano la propria "caratura criminale". I Capobianchi da tempo frequentavano Cortina d'Ampezzo e avevano adottato una strategia, presentandosi quali "boss" della "malavita romana". Uno dei loro obiettivi era di entrare negli eventi privati programmati, in concomitanza di Milano-Cortina 2026, nonché il tentativo di infiltrarsi negli appalti dei lavori per i Giochi. Per il giudice, gli indagati hanno messo in atto oltre ad estorsioni anche "una condotta sistematica di spaccio di droga a Cortina... avvalendosi di comportamenti evocativi della forza intimidatrice propria delle organizzazioni criminali di stampo mafioso".
Interviene il ministro del Turismo, Daniela Santanchè: "Il mio sentito ringraziamento e plauso ai
carabinieri per l'operazione Reset a Cortina d'Ampezzo. Il lavoro dell'Arma non solo è garanzia di legalità, ma contribuisce anche a preservare l'immagine di Cortina, anche in vista delle Olimpiadi, come meta sicura e accogliente".