da Pechino
In casa Italia non cè sport come la scherma in grado di arricchire il medagliere, ma allappuntamento la nostra scherma arriva con i nervi tesi. La positività di Andrea Baldini, le accuse di complotto, il ripescaggio di Andrea Cassarà hanno creato un clima pesante. Il fiorettista bresciano sembra un separato in casa, tuttavia lacredine non è solo interna al fioretto. Il capo delegazione Andrea Cipressa lancia accuse pesanti: «Baldini è stato vittima di un complotto. Non so di chi, ma visto come sono andate le cose mi viene da pensare che possa anche esserci stato qualcuno che abbia cercato di doparci tutti per far fuori la squadra».
Magari una nazionale avversaria: e il giallo è destinato a complicarsi. Se fosse così, addio alla cavalleria di questo sport, segnata dal saluto allinizio e alla fine di ogni combattimento.
È un dubbio grave quello che avanza il dirigente federale, oro a squadre nel fioretto a Los Angeles 84, assieme ad Andrea Borella, Stefano Cerioni e Mauro Numa (riserva Angelo Scuri). Sostiene linnocenza di Andrea Baldini, trovato positivo a un diuretico dopo un controllo agli europei di Kiev: «Qualcuno gli ha messo quel prodotto nella borraccia. La quantità di diuretico trovato e non ancora metabolizzato fa pensare a questo. Hanno beccato Andrea, forse poteva capitare a qualsiasi altro azzurro».
Cipressa dunque non scarica il livornese di 22 anni, membro dellaeronautica militare: «Siamo convinti della buona fede del ragazzo e personalmente credo fermamente nella sua innocenza. E poi non ha senso prendere certi prodotti due ore prima di una gara: gli esiti degli esami dicono che è stato proprio assunto proprio poco prima dellassalto».
Ecco laccusa del dirigente veneziano, 45 anni: «Non punto il dito contro nessuno, però mi viene da pensare che qualcuno possa anche aver avuto in mente di cercare di dopare tutta la squadra».
Il caso potrebbe essere stato innescato da una nazione avversaria: difficile da credere, onestamente.
«Per me - conclude - Baldini rappresenta lo sportivo e non mi convinceranno mai della sua colpevolezza. Solo se lui mi dirà di aver sbagliato crederò, ma allora cambieranno tante mie convinzioni. Ripeto: forse qualcuno voleva far fuori tutta la nostra squadra».
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