«Il nostro sindaco ideale? Chi mette al centro il lavoro»

Presidente Paolo Galassi qual è la situazione milanese per le piccole e medie imprese?
«La regione urbana milanese continua ad essere una delle capitali europee dell'economia, della produzione industriale e dei servizi avanzati. Questo è il lato positivo»
E il lato negativo?
«Facciamo fatica ad uscire dalla crisi»
Quale sarà la priorità per la nuova maggioranza che sarà chiamata al governo della città?
«Bisogna rimettere l'impresa, quella manifatturiera, al centro dello sviluppo. Perché è l'impresa il vero motore produttivo di ricchezza e benessere sociale. E a Milano - bisogna ricordarlo - non ci sono solo i grandi nomi della moda, del design e del lusso».
Il sindaco si è esposto in prima linea sottoscrivendo questo patto con le Pmi. Siete soddisfatti?
«Siamo molto soddisfatti. Oggi ha fatto un discorso serio nel quale crediamo molto. Una persona che si impegna davanti a tutti a sottoscrivere un programma sono sicuro che rispetterà gli accordi».
Qual è il rischio che corre Milano?
«Quello di diventare una città troppo finanziaria. Vedo tante piccole imprese che abbandonano la città e vanno fuori. E non parlo di delocalizzazioni in paesi emergenti. La Svizzera, per fare un esempio, offre incentivi e un pacchetto di sgravi fiscali alle imprese manifatturiere italiane che decidono di investire sul suo territorio. La Svizzera è un Paese che ha sempre vissuto sugli imperi finanziari, sulle banche, ma da qualche anno a questa parte, dati di mercato alla mano, ha deciso che doveva recuperare il manifatturiero, il lavoro vero, il denaro concreto».
Gli imprenditori milanesi nel sondaggio che avete realizzato hanno messo al primo posto meno burocrazia. Cosa ne pensa?
«Guardi, io gestisco una media impresa nel settore chimico. Pensi che ho bisogno di una persona o addirittura due per gestire a tempo piano le compilazioni dei registri e tutti gli atti burocratici. Non esagero se le dico che dobbiamo giustificare anche l'inchiostro che usiamo nelle stampanti».
Avete chiesto anche una riforma del rapporto scuola-impresa. E' un chiodo questo sul quale battete da tempo.
«Per noi è fondamentale: da una parte è necessario conoscere quali saranno le opportunità offerte dal mondo del lavoro, ma dall'altro la scuola deve formare professionalità richieste dalle aziende. Per questo faccio anche un appello alle famiglie: convincete i giovani a intraprendere percorsi tecnici o professionali, convinceteli a sporcarsi le mani con il lavoro. Mai come ora bisogna ripartire dal basso per arrivare in alto».


Se dovesse dare un'indicazione di voto cosa direbbe agli imprenditori delle piccole medie imprese?
«Il sindaco ideale? Quello che mette al centro del proprio programma il sostegno al lavoro. E non c'è lavoro senza le imprese».

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