La notte alcolica dei minorenni: «Le multe? Noi beviamo lo stesso»

ALTERNATIVE Una 14enne: «Voglio vedere come faranno con i distributori automatici di vino e birra»

La notte alcolica dei minorenni: «Le multe? Noi beviamo lo stesso»

Osservando i locali della movida, venerdì sera, passando tra i bar e i pub delle Colonne di San Lorenzo fino a via Vetere e ai Navigli, non si nota in giro gente «cattiva». E anche trovare locali che vendono bottiglie di vetro ormai è diventato difficile anche per la stessa polizia municipale. Tutti bevono, però. Tutti hanno in mano bicchieri di plastica pieni di alcolici, perlopiù birra. Sembra che farsi una Lemonsoda o una Coca Cola sia una vergogna pubblica. E inoltre non bevono di qualità, ma di quantità. Trangugiano, buttano giù. Tanti, tantissimi ragazzi giovani. Difficile capire se hanno più o meno di 18 anni: ci sono 16enni che sembrano donne fatte, tipi mingherlini con la faccia imberbe che hanno passato i 30 anni. Ci chiediamo: quando entrerà in vigore l’ordinanza del Comune che impedirà ai gestori dei locali di servire alcolici a chi ha meno di 16 anni cosa succederà a Milano? Quando i vigili, oltre a controllare i venditori, chiederanno ai giovanissimi clienti di mostrare le carte d’identità?
«Chi beve non è paragonabile a un drogato», sentenzia sicura Costanza, una ragazzina che si scola con la nonchalance di una veterana della bevuta facile la terza Ceres della serata. «Ho 15 anni e anche mio padre beve una birretta con la pizza ogni tanto, mica è alcolizzato. E poi lo sapete come siamo noi giovani... Più che reprimere il fenomeno l’ordinanza scatenerà una sfida a bere ugualmente alcolici sotto gli occhi dei vigili. Non è più l’epoca del proibizionismo! E tutte le volte che si proibisce qualcosa si sa come va a finire».
La 14enne ridacchia, i suoi amici la seguono a ruota. «Sì, sì: che vietino pure ai bar di servirci la birra... Poi andiamo noi a comprarcela al supermercato. Senza contare che si stanno diffondendo i distributori automatici di alcolici. Contro quelli che fanno? Vede? Basta aggirare il problema», sussurra un ragazzo con lo sguardo eloquente di chi la sa lunga.
Difficile spiegare a questi ragazzi che la sanzione diventa anche uno strumento di misurazione del problema: finora, infatti, la polizia municipale ha potuto fermare e controllare lungo le strade solo chi è maggiorenne, chi ha la patente, gli adulti insomma. «L’ordinanza - spiega un vigile - farà luce non solo su chi ha interessi economici a vendere alcolici ai minorenni, ma anche sulle famiglie che se ne fregano di quello che fanno i loro figli, di come vivono la loro vita, il loro tempo libero: se sul “fumo” certi genitori lasciano correre, all’alcol non ci ha mai pensato nessuno».
«In molti oratori, solo per il fatto che ci sono i ragazzi, non ti servono neanche un caffè corretto alla sambuca - spiega una giovane madre che passeggia con un’amica lungo i Navigli -. Al di là della sanzione credo che il messaggio dell’ordinanza per una famiglia qualunque dovrebbe essere: “Abbiamo beccato vostro figlio che a 14, 15 anni beveva alcolici, vedete un po’ voi se non sta facendo una cavolata, cercate di farglielo capire”. Quello dell’alcol è un grosso problema: i giovanissimi che bevono di tutto e di più sono in aumento. In fondo colpire i minori è colpire l’inizio della catena, un modo di vivere il tempo libero: si inizia con la birretta a 16 anni e poi si continua. Secondo gli studiosi crea dipendenza da alcol anche una birra da 3,5 gradi. Insomma: la gente dovrebbe comprendere che si tratta più di un problema di salute che di sicurezza. E, infatti, ogni ordinanza del sindaco è accompagnata da un programma di recupero».
«Se mio padre si vede recapitare un verbale, che ne so, sui 400 euro perché mi hanno beccato a bere alcol, mi spacca la testa di sicuro!». Dario ha 15 anni e ride come un matto insieme ai suoi amici. Nessuno di loro beve alcol. Temono i genitori o è una scelta ben ponderata? «Ma sì che è una scelta! L’alcol è esattamente come la droga, non c’è differenza: inizi con poco e per scherzo, poi finisci con lo scolarti qualunque cosa e non smetti più, ti bevi anche il cervello.

L’altra sera abbiamo visto dei ragazzi che sono entrati in una pizzeria e volevano un bottiglione di vino. Ma erano stranieri, sembravano sudamericani di una baby gang, forse fa parte della loro cultura. La birra? Ma che differenza c’è nel mangiarsi una pizza con una bibita anziché con la birra? Me lo devono spiegare... ».

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