Nuova cura per il «reflusso»

Un intervento chirurgico d’avanguardia apre nuovi scenari nella cura del reflusso gastro-esofageo, che affligge almeno il 12 per cento della popolazione italiana. L’ha eseguito, per la prima volta nel mondo, il professor Luigi Bonavina primario al Policlinico San Donato e direttore del Centro universitario per le malattie dell’esofago.
Bonavina ha impiantato uno «sfintere magnetico», frutto della ricerca biomedica americana, nell’esofago di un paziente di 31 anni, a livello del cardias, che divide dallo stomaco il «tubo» esofageo. Questo nuovissimo dispositivo (simile a un rosario) impedisce il reflusso del cibo e dei succhi gastrici dal basso verso l’alto. L’intervento, eseguito martedì con la tecnica laparoscopica, è durato un’ora. «Il suo carattere mini-invasivo», afferma il chirurgo «può imporlo, rispetto ad altre opzioni terapeutiche». Lo sfintere magnetico è costituito da una serie di piccoli magneti di titanio, perfettamente controllabili.
Luigi Bonavina, oggi a San Donato (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), viene dalla grande scuola chirurgica del professor Peracchia, pioniere - prima a Padova poi a Milano - della chirurgia dell’esofago.

«La nuova tecnica - spiega - potrebbe sostituire quella, sicuramente più impegnativa, che porta il nome di Nissen, un chirurgo tedesco che la introdusse nei primi anni Cinquanta. Si tratta, in ogni caso, di una grande conquista, che può migliorare il decorso d’una malattia che, con frequenti ricadute, complica la vita di moltissimi pazienti».

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