Giuliano Ferrara ha ragione da vendere: Cristo non è democristiano. Però il sospetto che lo sia il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, non mi pare infondato. Altrimenti non saremmo qui a discutere se egli voglia o no che i cattolici, a circa vent’anni dal decesso dello scudocrociato, tornino a impegnarsi direttamente nella vita pubblica con un loro soggetto politico, pur diverso (ma come?) da quello sepolto da Mani pulite. La cosiddetta società civile, che si riconosce nei principi della Chiesa, ha riunito a Todi i propri maggiori rappresentanti proprio per discutere di questo: fare un partito o agire nei partiti esistenti? Sul punto le opinioni sono discordanti.
Chi la pensa in una maniera e chi in un’altra, a dimostrazione che i credenti, oggi molto più di ieri, non formano un blocco monolitico.L’Italia è molto cambiata rispetto ai tempi d’oro,quando la Dc,pur con otto o addirittura nove correnti, nei momenti cruciali ritrovava compattezza e unità di intenti. Già. Il nemico di allora non era Silvio Berlusconi, non era il gruppo delle olgettine, ma il comunismo di Stalin, considerato il profeta del proletariato. Roba tosta. Ad aggravare la situazione, c’era la guerra fredda e gli italiani erano consapevoli:o si stava di qua,con l’Occidente,o si stava di là, con l’Unione Sovietica, descritta quale paradiso terrestre da parecchi celebrati intellettuali del nostro conventino culturale, passati di peso, a conflitto mondiale concluso, dal fascio al Pci. I cattolici seppero organizzarsi alla grande, in ciò agevolati dal quadro sociologico dell’epoca.
La Chiesa aveva un ruolo centrale. I parroci erano leader indiscussi sparsi capillarmente sul territorio. Chi cercava un lavoro non lo trovava senza il certificato parrocchiale: è un bravo ragazzo e un ottimo cristiano. Le prime elezioni repubblicane furono vinte dalla Dc non con le sue forze, bensì con quelle della Madonna pellegrina costretta a fare il Giro d’Italia, non in bicicletta ma a piedi.
Manifestazioni imponenti in ogni luogo crearono uno spirito di aggregazione fenomenale da Nord a Sud. L’Addolorata fece gioire Alcide De Gasperi, tutti i preti, tutti i cattolici dal Papa fino all’ultimo sacrista.Il frontismo fu sconfitto così.Definitivamente. La Dc visse di rendita per oltre 40 anni. Lo schema resse perché il Paese, in modo differente rispetto a ora, era segmentato quanto nella presente congiuntura. Il Pci da una parte con la sinistra estrema,dall’altra lo scudocrociato e «frattaglie» varie più il Psi.
Ma da Tangentopoli in poi le carte si
sono rimescolate, anche se la spaccatura non si è sanata: berlusconiani
contro antiberlusconiani. È vero che in teoria se i democristiani
confluissero tutti sotto il medesimo ombrello saremmo di fronte a un
movimento parlamentare corposo. Ma gli
elettori? Ormai se ne sono andati. Hanno trovato rifugio altrove, a
sinistra o a destra, a seconda dei gusti personali. Radunarli attorno a un solo simbolo sarebbe un’impresa ardua, se non velleitaria. Intanto, perché il mondo cattolico non è omogeneo, oggi meno che mai.
Inoltre, c’è da chiedersi: i vecchi collettori di voti (parrocchie,
oratori, comunità di fedeli eccetera) sono ancora in grado di
funzionare? Improbabile. La stessa fede, le stesse gerarchie in altra
epoca solide, si sono appannate, non costituiscono più un collante
sociale: i credenti credono per modo di
dire, vanno a messa- se vanno- per tradizione familiare, per
attaccamento ai costumi e al campanile, non per profonda convinzione.
La gente si sposa in municipio e battezza i figli perché usa così, i
coniugi si separano e divorziano, il preservativo è entrato in ogni
casa, in ogni tasca, e l’aborto è praticato in sordina, ma è praticato.
Solo i morti sono rimasti cattolici ferventi: il 90 per cento dei
funerali si celebra in chiesa. Un po’ poco per rifondare un partito
di vivi. Hanno un bel darsi da fare i sacerdoti: predicano in un
deserto di cemento popolato di tiepidi e indifferenti. L’humus
democristiano non c’è più.
La rete del consenso efficacissima
dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta ( in costante decrescita) è
pressoché sparita. Chi potrebbe raccogliere le file dei devoti e
persuaderle a dare i voti? Ecco perché, al di là delle divergenze ai
massimi livelli dirigenziali, sempre superabili con la buona volontà,
la ricostruzione di un partito a netta connotazione cattolica è
improbabile. Ciò non toglie che i cattolici residuali alle Camere
possano avere una influenza importante: ma solo per rompere.
Nel senso che se i deputati di matrice democristiana fossero animati da spirito suicida avrebbero buon gioco a impallinare Berlusconi e il governo. Basterebbe che alla prossima occasione votassero con l’opposizione.
Lo faranno? Nulla si può escludere, ma cosa otterrebbero oltre alla soddisfazione di aver sfasciato tutto? Chiedetelo a Pier Ferdinando Casini. È l’unico che può saperlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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