Andrea Fontana
Una ditta individuale su dieci nel Milanese ha titolare straniero, quasi sempre extracomunitario. «Le extraimprese - spiega il presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli - aumentano ogni anno del 18 per cento» e si avvicinano al numero complessivo di 18mila: cifre che fanno di Milano la prima provincia italiana nella classifica degli stranieri che si fanno l'impresa. La fotografia dell'imprenditoria sotto il Duomo scattata da via Meravigli nei primi tre mesi dell'anno descrive una Milano sempre più «faraonica» grazie all'industriosità degli egiziani, di gran lunga l'etnia più rappresentata tra i «capi» non nati nel Belpaese. I figli del Nilo si dedicano soprattutto alle attività di costruzione, settore in cui opera una ditta straniera su quattro, mentre la manifattura, tessile in particolare, va per la maggiore tra le oltre duemila aziende cinesi. Commercio e trasporti sono invece le specialità delle altre due nazionalità più presenti in città, cioè Marocco e Perù. «In 5 anni il numero degli artigiani stranieri è triplicato» sottolinea Marco Accornero, segretario generale dell'Unione artigiani della provincia. Una trasformazione dei settori produttivi in senso internazionale che viaggia quindi a ritmi elevati e che dà lavoro a quasi 19mila persone nel Milanese, tra cui anche 3.600 italiani: quasi tutte ditte composte solo dal titolare dunque, la forma più semplice per lavorare per gli immigrati, che spesso necessitano di un'assistenza burocratica per «mettersi in proprio». E ora per gli stranieri che provano ad aprire un'attività arriva anche il «cyberconsulente» 24 ore su 24: il sito internet «Imprendi» promosso dalla Camera di Commercio che dovrebbe seguire passo passo l'aspirante imprenditore con videoconferenze e materiale informativo.
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