
Un nuovo esposto alla Corte dei Conti sulla vendita dello stadio San Siro a Inter e Milan è stato presentato da Luigi Corbani, ex vicesindaco e promotore del comitato "Sì Meazza".
Il Comune di Milano, secondo i richiedenti, dovrebbe pretendere il risarcimento "dei danni" dai club milanesi "che non possono che equivalere al costo di costruzione di un nuovo stadio comunale", si legge nelle sette pagine del documento inviato alla Procura regionale presso la Corte dei Conti, diretta dal procuratore Paolo Evangelista. Corbani parte da una memoria presentata dal Milan a luglio 2025 durante il contenzioso al Tar Lombardia in cui la società ha sostenuto di aver "escluso" la "riqualificazione" del Meazza perché "non avrebbe consentito di superare una serie di criticità" e ha parlato di un impianto che ha "noti problemi strutturali e impiantistici e che non risponde agli standard internazionali oggi richiesti per le infrastrutture sportive di livello professionistico". Per il comitato che si batte contro la demolizione, se lo stadio "avesse delle criticità che non sono superabili" con "interventi appropriati di ristrutturazione o di ammodernamento", la "responsabilità primaria" è delle squadre "concessionarie che non hanno proposto i lavori necessari per tenere al passo coi tempi lo stadio Meazza".
Corbani, fra l'altro, ricorda come a Milan e Inter siano stati riconosciuti fra il 2000 e il 2024 oltre 110 milioni di euro di opere "a scomputo" e chiede quindi di sapere "come sono stati spesi i soldi del contributo a scomputo", "quali lavori sono stati fatti", "chi ha proposto i lavori", "chi ha autorizzato i lavori", se i prezzi "erano congrui" e perché Palazzo Marino "paga il monitoraggio quotidiano, 24 ore su 24 al Politecnico, se lo stadio è in tale condizioni, con una serie di criticità. Nel caso di impossibilità dell'opzione di ristrutturare lo stadio esistente "sarebbe evidente - prosegue l'esposto - che il costo della demolizione dovrebbe essere a carico dei concessionari che non hanno prestato la necessaria cura per mantenere l'edificio efficiente e al passo coi tempi".
"Se dunque la negligenza nella cura dello Stadio Meazza - conclude il
documento - fosse tale per cui non rimarrebbe che la demolizione e la ricostruzione di un nuovo stadio, il Comune dovrebbe chiedere i danni che non possono che equivalere al costo di costruzione di un nuovo stadio comunale".