Nuovo sequestro a casa dell’uomo sospettato di essere Unabomber

L’ingegnere sotto inchiesta: «Ho consegnato spontaneamente agli inquirenti quello di cui dicevano di aver bisogno. Ormai ci conosciamo»

da Pordenone

Non è stata una perquisizione disposta dalla magistratura. È stato lo stesso Elvo Zornitta, l'ingegnere di Azzano Decimo (Pordenone), sospettato di essere Unabomber, che ormai stufo e sfiancato, ha consegnato di propria volontà, ai carabinieri, il materiale elettrico che aveva ancora in casa. Due sacchi (a quanto pare ricolmi di vari tipi di fili e componenti elettrici, e di attrezzi di bricolage, hobby del quale è appassionato Zornitta), portati dagli agenti alla procura di Pordenone, che è quella competente per territorio, ma successivamente affidati su ordine dell pm Carraturo alla Procura distrettuale antimafia di Trieste, che è quella competente per i reati di natura terroristica in Friuli Venezia Giulia.
«Ormai con gli inquirenti ci conosciamo e quando lunedì hanno bussato alla mia porta li ho fatti entrare senza problemi, consegnando spontaneamente quello di cui dicevano di aver bisogno», ha spiegato, l'ingegnere indagato. Mentre uno dei suoi avvocati, Maurizio Paniz aggiunge: «Si tratta dello stesso materiale già oggetto di verifica nel 2004 e nel 2006 e che poi era stato restituito al mio cliente».
Nel capanno accanto alla casa di Zornitta erano state trovate le famose forbici marca Valex che costituiscono attualmente il principale materiale d'accusa contro di lui.

Secondo gli inquirenti infatti, queste forbici sarebbero quelle che hanno tagliato un lamierino che costituiva un piccolo ordigno trovato il primo aprile 2004 nella chiesa di Sant'Agnese di Portogruaro. I risultati della perizia saranno resi noti il prossimo 18 dicembre nell'udienza già fissata in tribunale.

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