Nicola Strazacapa
da Rimini
È stato massacrato di botte, sulla passeggiata di Rimini. Forse per rapina, forse perché aveva visto troppo, forse solo perché obeso. Supino, quasi sprofondato sulla sabbia di una passeggiata bella e maledetta. Il volto schiacciato a terra, la nuca coperta da una maglietta sollevata per impedirgli di vedere chi lo colpiva per rapinarlo delle sue povere cose o per aver visto magari ciò che non doveva (nella stessa notte, allo stabilimento vicino vandali hanno tolto tutte le basi dei circa duecento ombrelloni chiudendone certosinamente i buchi). Tuttintorno, sparsi, quasi gettati con spregio, i suoi documenti e due borsette in nylon contenenti resti di pane, formaggio e merendine. Oltre che una seconda t-shirt, nera.
Il suo giacchetto in cui gli assalitori cercavano probabilmente del denaro era invece stato gettato più avanti. Alle sue spalle una siepe «segata» in due dalla forza della disperazione di una fuga non riuscita o da un corpo fatto precipitare al suolo da una mano assassina. Qualche decina di metri più in là, il mare che inizia a colorarsi. Ma lui non può accorgersene. Lautopsia eseguita nel pomeriggio dal professor Giuseppe Fortuni stabilirà che è morto poco dopo le sette.
La sua esistenza spesa prima per aiutare il prossimo attraverso la Papa Giovanni XXIII si è chiusa per sempre davanti al Bagno 106 B di Marebello. Tragicamente. Vittima di un omicidio. Volontario in una casa famiglia in Toscana, Morri aveva subito un primo duro colpo nel 1984 quando unamica volontaria che passeggiava al suo fianco, Sandra Sabatini, era stata travolta e uccisa ad appena 23 anni. La diocesi di Rimini ne aveva richiesto la canonizzazione e la Conferenza Episcopale dellEmilia Romagna aveva dato il via libera qualche mese fa, il 30 gennaio, al processo cognizionale. Una bella notizia soprattutto per lui, che nel frattempo aveva visto aumentare i suoi problemi personali. Il suo nuovo male era diventato lobesità e solo ultimamente aveva iniziato a sconfiggerla proprio grazie alla Papa Giovanni.
Il primo a trovarlo, verso le sette di ieri mattina, è stato il titolare del 106 B, Mario Magnani, ma vedendo quella scena di miseria e disperazione ha pensato si trattasse di un ubriaco. Poi sono arrivati i poliziotti.
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