Obiettivo: il polo elettrico del Nord

Le centrali di Edison, Edipower e (forse) di Endesa «attrazione» per Enìa e le utility trentine

da Milano

«La dimensione ha la sua importanza perché nel settore, in Europa, ci sono diversi predatori famelici. Da oggi possiamo chiamarci predatori anche noi» ha detto ieri il presidente di Aem, Giuliano Zuccoli, a Radio 24. E deve averlo detto tirando un sospiro di sollievo: perché, se la trattativa fosse andata male, sarebbe stata Aem a diventare una preda grazie al fatto che il Comune di Milano non ha più la maggioranza del capitale. D’altro canto lo «scudo» dello statuto che dà la maggioranza in cda al Comune non poteva reggere in eterno: la sentenza del Corte Ue prima o poi dovrebbe arrivare. Ora arriverà fuori tempo massimo. E non è un mistero che quando Enel aveva sferrato il suo attacco a Endesa, subito si erano diffuse voci su una possibile scalata-rappresaglia della tedesca E.On alla società milanese. Adesso Zuccoli (e Letizia Moratti) possono dormire sonni tranquilli.
A dar valore alla fusione ci sono le partecipazioni in Edison (di Aem) e in Endesa Italia (di Asm). Quella milanese è consolidata e dà al gruppo guidato da Zuccoli un peso non indifferente nel settore della produzione di energia. La partita di Asm per Endesa Italia sarà molto più difficile: si chiuderà dopo l’Opa di Enel su Endesa e l’esito è tutt’altro che scontato. In ogni caso anche le sole partecipazioni in Edison e in Edipower faranno della nuova società un polo veramente importante, pur se a grande distanza da gruppi come Enel, E.On o Edf. Sulla quota in Edison pesa piuttosto la scadenza dei patti nel novembre 2008: se non dovessero essere rinnovati Foro Buonaparte rischierebbe seriamente di passare in mano francese. Ma al momento nulla indica che Edf voglia fare una mossa che porterebbe a uno scontro anche politico. D’altro canto, la forte presenza di Edison nel settore gas apre ad Aem prospettive interessanti grazie ai gasdotti che collegheranno l’Italia con Grecia e Algeria, oltre al rigassificatore di Rovigo.
La disponibilità di energia fa di Asem un polo naturalmente aggregante, ma prima bisognerà vedere come funzionerà la fusione. I prossimi mesi ce lo potranno dire: «Ci aspetta un periodo non facile - ha ammesso ieri Zuccoli - ma questi ultimi giorni e, lasciatemi dire, queste ultime notti di trattativa, hanno dimostrato che si può andare avanti».

Zuccoli ha sottolineato a Radio 24, a proposito della creazione di un «asse delle municipalizzate nel Nord», che Aem ha «alleanze strette con l’emiliana Enìa e con le utilities di Trento e Bolzano» e che sono in essere «forti collegamenti con l’azienda energetica Agam di Monza di cui Aem è azionista di riferimento, così come per Acsm Como e abbiamo un collegamento (5% del capitale, ndr) con la svizzera Atel».

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