Milano ridotta a un percorso di guerra, fra neve, ghiaccio. Ieri mattina, dopo mezza giornata di fiocchi il centro più celebrato della capitale lombarda, via Manzoni, piazza della Scala, fin via Monte Napoleone, vie e viuzze intorno, era un'impresa per sparuti, arditi scalatori di montagne: scivoloni continui, capitomboli pericolosi. Non c'è spazio per i pedoni rimasti a Milano, mucchi di neve rendevano più arduo raggiungere 20 metri di strada. Se c'era una possibilità di non finire all'ospedale con tibie, peroni, femori, polsi fratturati, lo si deve agli intrepidi portieri e portiere di case, alberghi, banche, negozi, bar, la Scala. Sono stati gli impavidi e solerti angeli del Natale di questi giorni. Verso le 10, eccoli spalare con vigore, senza tregua, mucchi fuori dalle uscite, gettare sale per strada, mentre tutti li guardavano per una volta riconoscenti, li hanno riscoperti al meglio, fuori dal loro lavoro quotidiano monotono.
In compenso è ricomparsa una dote svanita nei secoli dei secoli nella «grande» Milano: la solidarietà. Un signore di mezza età urlava alla vecchia signora: «Stia attenta, le ringhiere a terra sono le più pericolose, si scivola». Ancora, un «vu' cumprà» che il giorno prima quasi tutti avrebbero scansato o guardato male, assisteva un vecchietto con bastone mentre attraversava la strada, «attento, cadi, ciao» avvertiva il giovane marocchino d'improvviso trasformato in aiuto salvifico.
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