Oggi si muore meno di fame? È grazie al progresso

Dalla notte dei tempi fino a meno di due secoli fa, il pianeta è stato abitato da meno di mezzo miliardo di anime. Per lo più anime in pena, escluse quelle che vivevano sulle spalle degli schiavi. I quali per lungo tempo sono stati la maggioranza.
Oggi, invece, la schiavitù è un tabù. Dobbiamo convincerci che ciò che l’ha resa tale è stata la possibilità di non dover dipendere più dal sole per soddisfare i bisogni d’energia. L’energia dal sole è inadeguata: sufficiente per mantenere attivi i processi vitali, essa è inservibile per mantenere in vita qualunque civiltà che voglia allo stesso tempo considerare tabù la schiavitù. Tenetelo in mente: coloro che ci prospettano un futuro fatto di energia solare, di fatto ci prospettano un futuro di schiavitù.
Grazie alla disponibilità di fonti energetiche diverse da quella solare - petrolio, carbone, gas naturale e uranio - la popolazione mondiale ha conosciuto un periodo di benessere mai visto prima, tanto da aumentare, in soli 2 secoli, di 6 miliardi. Per la maggior parte dei quali quello della fame non è più un problema. La Fao ieri ha comunicato che per la prima volta negli ultimi 15 anni sulla Terra gli affamati sono meno di un miliardo (925 milioni). Ancora troppi, certo. Ma ciò che fa sperare è che è proprio lo sviluppo a essere il motivo per cui quella cifra si sta riducendo. Tanto è vero che a trascinare positivamente i dati sono i numeri dello sviluppo economico-industriale di Cina e India che oggi grazie al progresso hanno ridotto la popolazione che vive di stenti.
L’80% dei costi di quel che troviamo ogni giorno nel piatto sono costi energetici, e l’80% dell’approvvigionamento energetico ci viene dai combustibili fossili: la moderna agricoltura può definirsi la trasformazione di petrolio in cibo. Ricordiamocene tutte le volte che qualche disgrazia ci induce a maledire il petrolio.
Possiamo mantenere la produzione di cibo ai livelli necessari per non aumentare la fame del mondo, sperare di ridurre l’umanità che patisce la fame? Direi di sì. Innanzitutto, per quanto detto, è necessario garantire a tutti un più consistente approvvigionamento energetico. E la via è una sola: sviluppare il nucleare. Poi, è necessario che aumenti la produzione agricola per unità di territorio coltivato. E anche qui la via è una sola: sviluppare le biotecnologie. Le quali consentono anche di produrre cibo di qualità superiore. Paradigmatico il caso del golden rice, riso geneticamente modificato in modo da essere ricco di beta-carotene, un precursore della vitamina A, per carenza della quale muoiono ogni anno centinaia di migliaia di persone che hanno nel riso la quasi unica fonte di nutrimento. Gli ambientalisti hanno fatto tanto baccano da impedirne la diffusione. Come d’altra parte ne hanno fatto per inibire lo sviluppo della fonte nucleare.


Prima di tutto, allora, se si vuole avere prospettive di sfamare tutti con successo, è necessario sbarazzarsi dei Verdi del mondo e dell’ideologia ambientalista. Rischia, l’ambientalismo, di avere successo dove hanno fallito il nazismo e il comunismo.

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