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Olgiata, il gip non archivia: "Nuove indagini"

Niente archiviazione per Roberto Iacono e Manuel Winston, indagati per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre uccisa il 10 luglio 1991 all'Olgiata. Il gip di Roma dispone nuove indagini: 18 anni dopo il delitto. "Riesaminare i reperti e trovare nuove prove"

Olgiata, il gip non archivia: "Nuove indagini"

Roma - Indagare ancora. Diciotto anni dopo. Il gip del tribunale di Roma Cecilia Demma ha respinto la richiesta di archiviazione nei confronti di Roberto Iacono e Manuel Winston, indagati per l’omicidio della contessa Alberica Filo della Torre uccisa il 10 luglio del 1991 nel quartiere dell’Olgiata a Roma. Il gip ha disposto nuove indagini sui reperti del caso. Manuel Winston, l’ex cameriere filippino della contessa e Roberto Iacono, figlio della governante della donna uccisa, restano sotto inchiesta per omicidio volontario. I due sono gli storici indagati nell’inchiesta sull’omicidio della contessa romana strangolata e colpita con uno zoccolo alla testa nella sua villa dell’Olgiata a Roma il 10 luglio 1991. Il gip ha accolto la richiesta dell’avvocato Giuseppe Marazzita, legale di Pietro Mattei, vedovo di Alberica Filo Della Torre, presente oggi in aula, che si era opposto all’archiviazione lamentando omissioni in relazione agli esami di laboratorio eseguiti nell’ambito dell’inchiesta.

Le indagini Nel respingere la richiesta di archiviazione per il delitto dell’Olgiata, il gip ha ordinato un sostanziale riesame e una ricognizione di tutte le prove a cominciare da una ricerca negli archivi giudiziari, di eventuali foto della scena del crimine. Saranno riesaminati alla luce delle nuove tecnologie scientifiche anche lo zoccolo (l’arma del delittto), con la quale la nobildonna fu uccisa, il Rolex d’oro che era al polso della contessa e fermo all’ora del delitto, ma mai sequestrato e sottoposto a indagini dagli inquirenti e custodito da Pietro Mattei, il marito. La procura, che aveva chiesto mesi fa l’archiviazione, oggi in aula ha chiesto al gip di poter proseguire le indagini. Secondo l’avvocato Marazzita gli esperti nominati dalla procura si sarebbero limitati a un "esame di tracce visibili usando tecnologie antiquate".

La procura di Roma aveva motivato la richiesta di archiviazione in quanto, dalle comparazioni tecniche eseguite, sarebbe emerso che il dna trovato e analizzato non appartenga né a Manuel, che faceva parte del personale di servizio della villa dell’Olgiata, né a Iacono, figlio della governante dei figli della contessa.

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