Cronaca locale

"Olimpiadi? Fatto tanto ma adesso acceleriamo"

L'assessore regionale agli Enti locali e alla Montagna, Massimo Sertori, chiede di puntare sui progetti della mobilità tra Orio, Malpensa e Valtellina

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L`assessore di Regione Lombardia agli Enti Locali e alla Montagna, Massimo Sertori, lo dice senza giri di parole: «Sulle opere che ci sono da fare per l`Olimpiade 2026 sono ottimista, ma bisogna correre, correre, correre». Intanto, però, si gode i risultati delle strategie messe in campo contro la siccità: «Posticipare la stagione irrigua e immagazzinare l'acqua è servito». Autonomista «nel Dna», rilancia sulla battaglia storica della Lega, garantisce sul clima «buono e collaborativo» con i colleghi di Fratelli d'Italia in giunta dopo la «dialettica» iniziale e riconosce il lavoro che stanno svolgendo i ministri del Carroccio: «La nostra è una politica pragmatica, mai ideologica e che mira a risolvere i problemi. Questo è lo schema».

Sertori, adesso la siccità fa meno paura dell'anno scorso.

«La strategia della formica si è rivelata vincente. Abbiamo ancora un deficit idrico del 27 per cento, ma un anno fa nello stesso periodo eravamo a meno 53 per cento. Il livello di riempimento dei nostri laghi è superiore al 70 per cento, con punte del 90 per il Lago Maggiore. La situazione oggi è più gestibile».

Entro il 2026 saranno completate tutte le opere per le Olimpiadi?

«Abbiamo fatto tante cose, ma c'è da accelerare. Sono stati selezionati interventi strategici per velocizzare la mobilità tra i due hub d'arrivo principali, gli aeroporti di Malpensa e Orio al Serio e l'Alta Valtellina. Le opere ferroviarie sulla tratta Milano-Sondrio puntano ad accorciare di mezz'ora il tempo di percorrenza. Da Lecco salendo in Valtellina ci sono invece due strade che hanno punti nevralgici da mettere a posto».

Massimo Sertori

In giunta come vanno i rapporti con Fratelli d'Italia?

«Le loro aspettative erano molto alte e forse pensavano di sfondare di più. Ma dopo la dialettica iniziale, quanto entri negli assessorati e inizi a remare ti sposti inesorabilmente più sulla soluzione dei problemi. C'è collaborazione e il clima è buono».

E la sua Lega come sta?

«Dopo le ultime elezioni regionali, lo abbiamo visto anche alle amministrative: quando il voto è più d'opinione, come alla politiche, la differenza c'è ed è importante. Ma più ci si avvicina ai cittadini e più il voto si sposta sulla serietà del singolo candidato. La Lega è un partito strutturato, con amministratori riconosciuti sui territori. Meno il voto è politico e più noi recuperiamo».

Tornare a presidiare il Nord con cinque ministri lombardi sta influendo?

«Io credo che sia importante il valore delle persone ed è innegabile che abbiamo rappresentanze governative riconosciute positivamente. Salvini è apprezzato perché è sempre sul pezzo. Giorgetti riscuote una credibilità che dà solidità al governo Meloni. E vale lo stesso per Calderoli, Locatelli e Valditara. Una concretezza che ci contraddistingue a livello locale e adesso anche sul nazionale. Si inizia a sentire il loro lavoro quotidiano sulle cose vere».

Il pragmatismo che ha premiato anche Attilio Fontana?

«Lui è l'esempio di questo lavoro metodico e costante. Durante il Covid è stato il primo a dire che c'era un problema, eppure è stato preso di mira. Ma questo suo modo di porsi sempre per risolvere i problemi e mai per fare polemica, alla fine è stato riconosciuto. Alle regionali Fontana è stato un traino».

L'autonomia si farà?

«Il titolo è autonomia differenziata, il sottotitolo è efficientamento della macchina della pubblica amministrazione. E almeno sul sottotitolo dovremmo essere tutti d'accordo. Bisogna avere coraggio e non paura, andare verso una modernizzazione dei livelli istituzionali, responsabilizzando chi amministra. Se c'è qualcuno che è contrario a questo tipo di ragionamento, allora vuol dire che gli va bene l'inefficienza. E questo solo per conservare piccoli o grandi poteri a cui fatica a rinunciare».

La parentesi del Comitato Nord e la discussione interna dopo le politiche ha fatto bene alla Lega?

«Sono un leghista di vecchia data e la discussione, vivaddio, c'è sempre stata e sempre ci sarà. Ma questa dialettica deve essere dentro al partito. Se fa crescere il movimento bene, se sfocia in personalismi e reca danno alla Lega, non è più positiva. Si può parlare del percorso migliore, ma la Lega rimane.

È sempre meglio discutere all'interno, come nelle famiglie».

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