Onorevoli a 18 anni e senatori a 25 Dalla Camera arriva il primo sì bipartisan

Sì bipartisan della Camera alla proposta di legge costituzionale che consentirà di essere eletti deputati e senatori rispettivamente a 18 e 25 anni, invece dei 25 e 40 ora richiesti per candidarsi a Montecitorio e Palazzo Madama. Il testo, che modifica gli articoli 56 e 58 della Costituzione, ora deve passare al Senato. Ben 455 i voti a favore, 11 i no, 25 gli astenuti. «La legge che abbiamo approvato - ha spiegato il ministro della Gioventù Giorgia Meloni (nella foto), che ha presentato la proposta - prevede di stabilire il principio per cui se sei stato considerato maturo per votare, devi essere considerato in grado di presentarti al giudizio degli elettori. Quasi tutte le grandi nazioni europee prevedono la corrispondenza tra elettorato attivo e passivo». L’appoggio alla maggioranza (Gaetano Quagliariello del Pdl ha parlato di «speranza per il futuro») è arrivato anche da Udc, Api e Fli. «Abbiamo votato a favore - spiega Pierluigi Mantini (Udc) - perché consideriamo un successo il principio dell’equità fra generazioni». Linda Lanzillotta (Api) sostiene che la norma «è volta a promuovere la partecipazione dei giovani alla vita del Paese», che ora necessita di «un vero cambiamento».

Infine Fabio Granata del Fli ricorda che i futuristi hanno presentato un emendamento per portare l’elettorato attivo a 16 anni, con l’obiettivo «di ridurre la distanza che pervade la politica». Anche il Pd ha presentato un emendamento, che è stato bocciato: riguardava il voto a 18 anni per il Senato; secondo il piddino Salvatore Vassallo, si vuole così «mantenere una fittizia differenziazione tra le Camere».

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