«Verrebbe voglia di prenderlo a botte. Prima fa un gran lavoro come questo, poi va a fare certe stupidate»: chi parla così, pubblicamente, subito dopo la presentazione a Palazzo Tursi dei 300-eventi-300 del Summer Festival di Genova, è il sindaco Marta Vincenzi. Lassociazione di idee è istantanea, non cè alcun dubbio su chi sia l«innominato» che rischia di finir male sotto i manrovesci di una signora così gagliarda e incavolata. Sì, nel mirino del braccio armato di Supermarta cè proprio lui, Stefano Francesca, lex Richelieu (ancorché laico) della «prima cittadina», da lei stessa degradato fin troppo frettolosamente a co.co.co. e sostituito con Nando Dalla Chiesa dopo gli ultimi sviluppi di Mensopoli.
Non lo nomina mai direttamente, Marta Vincenzi, ma ci tiene a sottolineare che lorganizzazione del Summer Festival, con la messa a punto di tutte le iniziative in programma, è frutto di un lavoro duro, importante, efficace pensato e portato avanti da Francesca. Il lavoro cui fa riferimento il sindaco è «lideazione di un festival articolato in numerosi eventi capaci di dare visibilità alla città» e, di conseguenza, al suo sindaco. Era stato lo stesso Francesca a fare la prima presentazione dellevento al recente Salone del Libro di Torino, con immediato rimbalzo mediatico nazionale.
Come sia possibile - è il senso dellesternazione di ieri del sindaco - che una persona capace di ideare e mettere a punto una «macchina» così complessa, in grado di promuovere manifestazioni valide, ma fino a ieri a sé stanti, per inserirle in un disegno organico e strutturato, ebbene, comè possibile che lo stesso personaggio si lasci andare a «progetti» come quelli che vengono fuori dalle intercettazioni dellindagine in corso?
Pare già una sentenza senza appello, quella espressa da Marta Vincenzi nei confronti del fedelissimo - fino a dieci giorni fa - collaboratore. Alla faccia del garantismo che persino alcuni membri dellopposizione di centrodestra hanno mantenuto in questi giorni.
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