da Roma
«Mezza» Finanziaria in luglio con i saldi bloccati già nel Dpef e basta con i maxiemendamenti. Questi gli obiettivi di Tommaso Padoa-Schioppa attraverso una modifica dei meccanismi di bilancio. Il ministro dellEconomia ne discute davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Ai Ds, che con Enrico Morando chiedono lo spostamento a settembre del Documento di programmazione economica e finanziaria, Padoa-Schioppa risponde un secco «no». Anzi, il ministro vuole rafforzare i Dpef, blindando i saldi. Ne viene fuori un «super Dpef», quasi una Finanziaria anticipata: a deputati e senatori resta il «contentino» di presentare quanti emendamenti vogliano alla Finanziaria, ma allinterno di saldi contabili immodificabili, fissati con tre mesi di anticipo.
Potrebbe dunque essere luglio il mese clou della discussione sulla finanza pubblica e leconomia. Non soltanto perché il «super Dpef» fissa i termini della manovra economica per lanno successivo; ma anche perché il governo, aggiunge Padoa-Schioppa, vuole anticipare allinizio dellestate la «definizione del patto di stabilità interno» con gli enti decentrati, dai quali dipende circa la metà della spesa pubblica. Al contrario, il presidente della commissione Bilancio del Senato, Enrico Morando, avrebbe preferito un Dpef spostato in settembre, con dati e stime più aggiornati rispetto a luglio. Lultimo Dpef, difatti, conteneva cifre rivelatesi assolutamente fuori linea (si pensi alle entrate fiscali) rispetto alla realtà.
Padoa-Schioppa, invece, presenta unipotesi opposta: non soltanto «raccomanda fortemente» di non spostare il Dpef da luglio a settembre, ma anzi di blindare il Documento di programmazione economica e finanziaria con i saldi di bilancio non più modificabili durante la discussione pre-Finanziaria a livello di governo e durante lesame in Parlamento. I quattro «pilastri» della nuova Finanziaria sono, secondo il ministro, i saldi nel Dpef, la proibizione di modificarli in Parlamento, piena potestà di emendare attribuita alle Camera, tempi certi per lesame della manovra. «TPS» dice infine basta sia alle Finanziarie «ipertrofiche», zeppe di misure di ogni genere, sia ai maxiemendamenti che rappresentano «una risposta insoddisfacente a un problema reale».
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