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Per pagare i debiti l’Ater venderà parte del patrimonio

Il neo-assessore regionale Di Carlo incontrerà i responsabili del Comune creditore per più di mezzo miliardo di euro di Ici non pagata

Si avvia a una soluzione la crisi dell’Ater, dopo il pignoramento dei conti correnti postali dell’azienza per l’edilizia residenziale da parte del Campidoglio, dovuta al mancato versamento dell’Ici tra 1992 e 2006, per oltre mezzo miliardo di euro. Il consigliere regionale di An Francesco Lollobrigida ha chiesto di convocare una seduta straordinaria della Pisana nel corso della riunione della commissione Lavori pubblici e politiche della Casa, incassando l’appoggio del presidente Giovanni Carapella del Pd (che ha rivelato di aver avuto notizia di altri pignoramenti, oltre che contro l’Ater di Roma, anche verso quello della Provincia di Roma). Ancora incerta la data della seduta, che per Lollobrigida è indispensabile: «Le rappresentanze istituzionali di Regione e Comune stanno lavorando all’analisi della situazione - ha spiegato il consigliere del Pdl - ma è indispensabile che il confronto democratico e trasparente sia svolto anche in consiglio regionale per favorire soluzioni legittime e percorribili».
Proprio in commissione Politiche della casa, ieri, Luca Petrucci, presidente dell’Ater, ha spiegato che almeno la situazione del 400 dipendenti dell’azienda si è sbloccata: stipendi e quattordicesime saranno pagate. Ma senza risolvere la questione-pignoramento, dopo il 30 giugno l’Ater non potrà «prendere nuovi impegni di spesa», con conseguenze sulla manutenzione di ascensori e pompe dell’acqua.
Al momento il nuovo assessore regionale alla Casa, Mario Di Carlo, è al lavoro su una proposta che dovrebbe consentire al Campidoglio di recuperare parte delle somme dovute dall’Ater, eventualmente anche grazie alla dismissione di una parte degli alloggi di proprietà dell’ente. «Il presidente Marrazzo mi ha definito i paletti entro cui elaborare la proposta da sottoporre al Comune di Roma, credo sarà pronta già domani (oggi, ndr) perché se non si toglie il pignoramento tutto il resto sono solo chiacchiere», ha spiegato ieri Di Carlo dopo la prima riunione di giunta. «La richiesta di pignoramento è pari a 550 milioni di euro - ha proseguito l’assessore - una cifra che riguarda parte dei crediti accumulati per il mancato pagamento dell’Ici per 53mila appartamenti tra il 1992 e il 2006». Il documento potrebbe proporre al Campidoglio una soluzione da gestire «in proprio», che «consentirebbe di recuperare 325 milioni di euro dalla vendita di parte del patrimonio abitativo dell’Ater». L’appuntamento è per domani. Nel frattempo, nonostante l’assessore capitolino alle Politiche abitative Alfredo Antoniozzi avesse spiegato come il pignoramento dei conti Ater fosse un «atto dovuto» per non incorrere nelle attenzioni della Corte dei Conti, Di Carlo non manca di criticare la decisione del Campidoglio. Che potrebbe a suo dire «compromettere i rapporti tra Istituzioni, perché nessuno può pensare che per risolvere questa vicenda non vi debba essere reciprocità».
Mentre la discussione in consiglio comunale è stata rinviata a una fase successiva, la prossima riunione della commissione regionale Politiche della casa è già stata convocata per martedì prossimo, e parteciperà anche Di Carlo.

Nell’occasione, l’Ater dovrà illustrare quali siano le richieste economiche avanzate dal Campidoglio, e un prospetto dei beni che l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica sarebbe intenzionata a cedere all’amministrazione comunale per stornarne il valore dal debito contratto.

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