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Palazzo Marino trova casa al Salumaio

Tra i clienti famosi si ricordano anche Audrey Hepburn, Eugenio Montale, Maria Callas. Hai detto poco. E nel 1980 si è meritato l’Ambrogino d’oro. Ma non è bastato a salvare dallo sfratto «Il Salumaio di Montenapoleone», dopo 53 anni di onorato servizio entro fine mese dovrebbe chiudere i battenti al civico 12. Prezzi altisonanti come i clienti la frequentano, la «boutique» degli affettati e di tanti altri prodotti esclusivi ha 21 dipendenti che rischiano di restare a spasso se non si trova una soluzione, come hanno denunciato nelle scorse settimane Giorgio Travaini che guida da trent’anni la storica azienda di famiglia e il figlio Federico. Dopo 53 anni non si arrendono a chiudere bottega senza provare a resistere. Hanno chiesto un aiuto al Comune, e qualcosa forse si è mosso. Il trasloco da Montenapo è quasi inevitabile, ma potrebbero spostarsi di poco, in via Santo Spirito 10 e una cornice altrettanto prestigiosa, il cortile di Palazzo Bagatti Valsecchi. La casa-museo diretta dalla fondazione privata voluta dagli eredi per rendere pubblico il patrimonio d’arte raccolto nella dimora di famiglia a fine Ottocento. La struttura è in via di ristrutturazione e «dovrebbe prevedere spazi e servizi pensati per i visitatori e il quartiere - anticipa l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi -, compreso un ristorante».
L’assessore ha preso a cuore la vicenda del «Salumaio».

L’importante «è che rimanga in zona, e in settimana incontrerò i titolari e la fondazione per trovare un punto d’incontro. Il quadrilatero non può vivere di sole boutique, dobbiamo fare il massimo per tutelare le botteghe storiche». Non a caso è in arrivo una delibera ad hoc in giunta per difendere le vecchie insegne.

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