Avevano disseminato il terrore per una serie di violente rapine. Stamattina sono finiti in manette cinque rapinatori. L'operazione dei carabinieri di Catania, denominata "Ghibli", ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania nei confronti di Giuseppe Rosario Marino, 37 anni (già detenuto in carcere); Davide Copercini, 34 anni; Letterio Danilo Cannavò, 35 anni; Giuseppe Cannavò, 24 anni; Giuseppe Sebastiano Pagano, 42 anni. Sono indagati, a vario titolo, per i reati di rapina aggravata in concorso e ricettazione.
L'indagine, condotta dai carabinieri di Acireale, anche con l'utilizzo di intercettazioni ambientali e telefoniche, ha permesso di individuare i cinque rapinatori della banda come i responsabili di una serie di colpi messi a segno sul territorio etneo nei mesi di maggio, giugno e luglio 2018. Sei i casi, in particolare, finiti sul tavolo del Gip. Cinque di questi riguardano rapine poi concretizzate, mentre una non è andata a buon fine. Uffici postali, farmacie, distributori di benzina e supermercati che si trovano nei comuni di Acireale, Aci Catena, Viagrande e San Giovanni La Punta, erano gli obiettivi dei rapinatori. Il gruppo criminale operava eseguendo, in maniera rigorosa, un efficace modus operandi: dopo i sopralluoghi effettuati per vagliare l’obiettivo e le vie di fuga, i malviventi rubavano le autovetture necessarie per effettuare le rapine, che venivano subito dopo abbandonate. I ruoli degli indagati venivano ben definiti prima dell’esecuzione di ogni singolo reato: vi era infatti chi si occupava di rubare le autovetture, chi effettuava i sopralluoghi, chi faceva il "palo", chi guidava i mezzi e chi, materialmente, faceva irruzione – sempre nascosto da passamontagna o da casco integrale – all’interno degli esercizi individuati come obiettivi.
Il gruppo di malviventi aveva creato notevole scompiglio e preoccupazione tra i commercianti della zona, sia per la rapida successione delle rapine – tutte effettuate nell’arco di poche settimane –, sia per la ferocia e l’efficacia con la quale le stesse venivano compiute. Un episodio simile era avvenuto qualche tempo fa a Napoli. Gli indagati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti nella casa circondariale di Catania "Piazza Lanza" a disposizione dell’Autorità Giudiziaria etnea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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