Saranno finalmente svelati dopo 2500 anni i misteri del tempio D, quello di Giunone, che si trova all'interno della celebre e patrimonio Unesco Valle dei Templi di Agrigento. Prenderà il via a giugno, infatti, una importante campagna di scavi, sotto la direzione scientifica di Gianfranco Adornato della scuola normale superiore e in condivisione con l’unità operativa archeologica del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento.
Si tratta di indagini sistematiche di scavo e rilievo al tempio D e nell’area sacra. "È davvero un privilegio, oltre che una grande responsabilità poter studiare uno dei capolavori dell'architettura greca classica, il tempio D, e il suo santuario nella loro complessità - dichiara Adornato - Per originalità e rigore, i templi di Agrigento hanno da sempre attirato l'attenzione di autori antichi, come Diodoro Siculo e Polibio e moderni, come Winckelmann. Studiosi, intellettuali, artisti e viaggiatori hanno fatto qui tappa nel corso dei secoli, da Ibn Hawqal a Idrisi, da Cluverio a D'Orville, a Goethe fino a Burckhardt e Berenson, per citarne alcuni. Sono certo che lo scavo-scuola della Normale nel sito Unesco dell'antica Akragas rappresenterà un'occasione speciale per la formazione e la crescita dei nostri allievi, non solo archeologi. E per questa ragione sono molto grato, oltre che verso la mia istituzione che ha supportato il progetto, al direttore del Parco della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta e al suo gruppo di lavoro, in particolare l'architetto Carmelo Bennardo e a Maria Concetta Parello per averlo accolto con grande liberalità".
"Attraverso la convenzione con la Scuola Normale il Parco continua la sua politica culturale di apertura nei confronti di Istituzioni che arricchiscono con la loro presenza il livello e la qualità della ricerca nella Valle - sostiene Roberto Sciarratta - Sono davvero contento di avviare questa nuova avventura in condivisione con la Scuola Normale, uno tra gli Enti di ricerca più prestigiosi del nostro Paese". Gli scavi serviranno a svelare i segreti di uno degli edifici sacri più misteriosi della Valle dei Templi. L'edificio di età classica sul limite orientale dello sperone meridionale della Collina dei Templi, il tempio D, è stato attribuito erroneamente a Hera Lacinia e fu incendiato dai Cartaginesi nel 406 a.C., poi restaurato dai Romani. Le ultime tracce di intervento rinviano all’anastilosi settecentesca.
Intanto il progetto del Parco archeologico per musealizzazione del tempio di Zeus prende forma. La somma necessaria, quasi 600 mila euro, è stata già impegnata. Quasi tutto pronto per la procedura negoziata e, nel giro di pochi giorni, verranno invitati 20 operatori. Saranno selezionati tramite il meccanismo del sorteggio previsto dal Mepa. Il progetto prevede di sviluppare un nuovo percorso di visita che interessi, nel complesso, l’intera area del monumento. Obiettivo è quello di far comprendere le strutture del tempio, in particolare la relazione visiva tra il tempio e il suo altare.
"Oggi è possibile avere una chiara idea delle dimensioni del tempio e di tutti quanti gli elementi architettonici e decorativi di cui era composto - dicono dal Parco archeologico - Lo studio sui resti architettonici, oltre a nuove conoscenze sull’originario progetto, ha fornito anche una precisa panoramica sugli elementi ancora in situ. Sono stati localizzati più di 90 frammenti che, per dimensioni e forma, appartengono chiaramente alle sculture del tempio.
Si tratta di frammenti provenienti da almeno otto diversi telamoni che sono stati temporaneamente assemblati e musealizzati all’interno del perimetro del tempio. Ormai lo stato di conservazione dei blocchi è sull’orlo dell’irreversibile perdita della conformazione morfologica. Necessario, dunque, in modo impellente, un intervento di restauro e conservazione".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.