Cronaca locale

I "re dello spaccio" a Catania: la polizia arresta 40 persone

Due famiglie si dividevano le zone e, per indicare ai clienti che potevano acquistare la droga, avevano appeso le bandiere del Milan e degli Stati Uniti

I "re dello spaccio" a Catania: la polizia arresta 40 persone

Due famiglie mafiose quasi azzerate. Quaranta persone messe agli arresti, tra custodia in carcere e domiciliari. Un traffico di droga che ha subìto un pesante colpo nella città di Catania. Due piazze dello spaccio annullate. Questi, in breve, gli esiti di una importante operazione della polizia. Ad essere smantellati i clan mafiosi delle storiche famiglie catanesi Cappello - Bonaccorsi e Cursoti Milanesi. Nel corso dell'operazione, chiamata "Tricolore", in carcere sono finite 30 persone, altre 10 agli arresti domiciliari. Sono accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di marjuana e cocaina, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti con la finalità di agevolare l'associazione mafiosa Cappello-Bonaccorsi. L'indagine è iniziata nel gennaio del 2017 dalla Squadra Mobile di Catania e coordinata dalla Procura Distrettuale. E gli arresti arrivano a poca distanza dall'altra operazione della polizia che aveva portato in carcere altre 21 persone.

La polizia ha scoperto di come i due gruppi mafiosi, erano particolarmente attivi nel traffico di droga attraverso il controllo permanente di un intero quartiere del centro storico di Catania. Nel rione popolare di San Berillo Nuovo sono state individuate due distinte "piazze di spaccio" di sostanze stupefacenti a breve distanza l'una dall'altra: la prima (in corso Indipendenza, angolo via La Marmora) gestita dal gruppo mafioso riconducibile al clan Cappello-Bonaccorsi, con a capo Lorenzo Christian Monaco, ovvero colui che aveva ricevuto da Salvatore Bonaccorsi, figlio di Concetto Bonaccorsi ed esponente apicale dei "Carateddi" (oggi entrambi collaboratori di giustizia), l'investitura per gestire l'attività; la seconda, invece, spacciava in zona limitrofa alla prima e precisamente in via San Leone, ed era gestita da diverse persone riconducibili al clan dei “Cursoti Milanesi”. Il confine tra le due piazze, dopo aspri dissidi, era stato contrassegnato da due distinte bandiere, quella degli Stati Uniti d’America per il clan dei Cappello-Bonaccorsi, quella del Milan per il clan dei Cursoti-Milanesi.

Le indagini hanno consentito di individuare non solo i fornitori delle piazze di spaccio, legati alla criminalità organizzata campana, ma anche di risalire a persone che sono apparsi coinvolti nel favoreggiamento della latitanza dello storico boss Concetto Bonaccorsi. Prima di definire i confini "dello spaccio" si era rischiata una vera e propria guerra criminale. Erano stati visti alcuni soggetti vicini al clan dei Cursoti Milanesi percorrere armati le vie della città per contrastare i rivali.

Le due famiglie si sentivano così sicure che non si preoccupavano di spacciare di giorno tra la gente o in mezzo al traffico.

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