A Santa Flavia c'è una spiaggia piena di plastica

Una spiaggia piena di plastica pulita appena 8 mesi fa, ma le mareggiate hanno scoperto un substrato di rifiuti di ogni tipo e adesso il Wwf lancia l'allarme

A Santa Flavia c'è una spiaggia piena di plastica

Una spiaggia in provincia di Palermo, incastonata tra la marina di Porticello e il capo di Solanto, piena di plastica. Il tratto di costa si chiama Aciddara, nome che fa presumere la presenza di molta avifauna stanziale. Purtroppo la zona paga le conseguenze che negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta è stata presa d'assalto dalla cementificazione selvaggia, colate di cemento armato sugli scogli per creare pontili privati di accesso alle ville sovrastanti a pochi metri dalla battigia. Una spiaggia piccola, di quasi duecento metri, protetta, nella zona ancora naturale, da un canneto residuo dove è presente ancora un aspetto dunale che protegge un accenno di residua biodiversità. La Posidonia spiaggiata fa presumere che ancora i fondali antistanti abbiano una presenza massiccia di vita marina e che gli stessi fondali oggi siano relativamente puliti. Tutto il resto è cemento che arriva al mare.

"Un gioco di correnti fa si che tutto ciò che viene gettato in mare, anche dal vicino porticciolo di Porticello, arrivi qui, creando una spiaggia di plastica", lanciano l'allarme gli ambientalisti che a marzo scorso, nell'ambito del progetto nazionale del WWF Italia Natura Plastic Free, hanno mobilitato più di 50 cittadini, tra attivisti e volontari, anche tanti bambini, che hanno ripulito una spiaggia letteralmente coperta dalla plastica. In quell'occasione sono stati riempiti cento sacchi di spazzatura. "Dall'analisi dei rifiuti prelevati, l'80 per cento è formato da bottiglie e cassette di polistirolo bianche tipiche contenitori del pescato, la residua parte è plastica dura, gomma, lattine e vetro, in minima parte", spiegano dalla sezione Sicilia occidentale di Wwf.

Adesso è arrivata la notizia che nessuno si aspettava. Da un sopralluogo all'inizio dell'inverno è emerso che la spiaggia è nuovamente invasa dalla plastica, non nella stessa quantità ma nella medesima qualità dei rifiuti. Sabato sono intervenuti 25 attivisti, volontari, cittadini e simpatizzanti. Si sono raccolti oltre venti sacchi di sola plastica: reti, cavi di nilon, rifiuti ingombranti di varia natura e perfino un carrello da supermercato trovato tra il canneto della spiaggia. "Si è anche constatato che l'accumulo di plastica tra gli strati della sabbia sottostante il canneto indica chiaramente che sono anni e anni che questa martoriata spiaggia accumula plastica e la accantona sotto la sabbia e si incastra nelle radici delle canne. È come se si stesse formando una barriera di plastica stratificata sotto il canneto - dicono i volontari -.

Ovviamente tale situazione è presumibile si possa trovare nella maggior parte delle spiagge vicine a porti o complessi urbani ad alta antropizzazione, ma un dato è certo: la plastica ormai ha formato un substrato che difficilmente potrà essere bonificato e le microplastiche prodotte dalla disgregazione di questi pezzi tornerà al mare "alimentando" gamberi, scampi, pesci e crostacei che poi tornano sui nostri piatti".

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