Le migliaia di lettori italiani di Jeffery Deaver possono stare tranquilli. Il loro eroe, il criminalista tetraplegico Lincoln Rhyme, tornerà presto sulla scena con una nuova avventura che ha per titolo provvisorio La luna fredda, dopo il successo che sta già ottenendo la sesta indagine della serie, La dodicesima carta, appena pubblicato in italiano da Sonzogno. Deaver è arrivato ieri a Milano. Oggi alle 21 al Teatro Dal Verme, nellambito della Milanesiana, presente Walter Veltroni, inaugura il primo di sette incontri pubblici in varie città. Ieri, arrivato in città, Deaver ha già svelato qualche «segreto» ai numerosi fan del suo investigatore.
Ai lettori che si chiedono ad esempio se dopo gli ultimi sviluppi positivi Rhyme guarirà dalla sua infermità, lo scrittore assicura che anche se è «sempre abbastanza propenso «a salvaguardare la sorpresa, posso dire che Lincoln sarà determinato a migliorare la sua condizione fisica. Certo non ho intenzione di ricorrere al miracolo, questo proprio no. I miglioramenti che avrà nella sua infermità andranno al passo con i miglioramenti della scienza medica». Le relazioni sentimentali tra Lincoln e Amelia, invece, «vanno su e giù, come in tutte le coppie del mondo. Se si sposeranno? Sapete come vanno le cose nei film, quando due si sposano di solito siamo al lieto fine della storia. Quindi non credo proprio che accadrà. Mi dedicherò a Lincoln ancora per molti anni».
Deaver, che da ragazzino era scarso in matematica ma aveva in compenso una grande passione per la storia e le storie, racconta di amare Ovidio, Virgilio e Dante («ho fatto studi classici, compreso il latino. Diventato scrittore, non mi sono mai interessato alla narrativa sperimentale, ho seguito la mia propensione per le storie chiare, classiche, come lEneide»), ma ammette di essere stato influenzato anche «da Hammett e Chandler, ad esempio. Mi ha influenzato come questi autori hanno guardato al crimine, alla psicologia del criminale, che mi interessa moltissimo. Loro però mettono lenfasi sullaspetto psicologico, non tanto sulla sorpresa, cosa che io invece curo molto».
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