Lambiente viene considerato patrimonio esclusivo della sinistra. Anche stavolta. E infatti Fai e Wwf non si sono presi nemmeno la briga di invitare la Regione Lombardia al convegno dedicato al parco del Ticino. Una gaffe? Una semplice svista? Così non pare agli esclusi. Già, perché qualcuno durante il convegno ha perfino sottolineato, con stizza, che «la Regione vuole mettere le mani sui parchi». Peccato, commenta lassessore lombardo ai Sistemi verdi Alessandro Colucci per il mancato invito, «sarebbe stata loccasione per un confronto franco e serio su temi come il consumo del suolo, la necessità di difendere e tutelare gli spazi verdi e i nostri boschi e le nostre foreste, salvaguardare uno sviluppo sostenibile, ragionare sulla preziosa presenza degli agricoltori e delle attività agroalimentari, anche in prospettiva Expo». Il seminario, che si è svolto ieri a Gallarate, ha affrontato paradossalmente proprio i temi su cui Regione Lombardia è, ed è sempre stata, «al fianco di chi ha a cuore la tutela del sistema verde, e su cui opera concretamente perché questi obiettivi si realizzino». Il Pirellone, spiega Colucci, «ha salvato i parchi da chiusura certa, trovando sulla legge approvata a larghissima maggioranza nel luglio 2011, anche il parere favorevole di Anci, Upl e Cal». «Nella nuova norma approvata - ha spiegato Colucci - si prevede la presenza di un rappresentante della Regione, ma comunque votato dagli Enti locali (comuni e province).
Cè di più: il nominativo indicato dalla Regione deve inoltre rispettare alcuni criteri, in particolare deve essere scelto tra amministratori, esperti o personalità di rilievo del territorio degli enti locali interessati dal parco. I parchi restano saldamente in mano ai Comuni e alle Province».Parco del Ticino, Regione esclusa dal convegno di Fai e Wwf
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