da Milano
Alla Parmalat si torna a parlare di dividendo, mentre lamministratore delegato Enrico Bondi esclude possibili nozze con Granarolo: «Una fusione è impossibile per problemi di antitrust», ha detto. «Se si guarda alla situazione del mercato italiano è evidente che ci sono molti ostacoli in termini di quote di mercato, mentre Parmalat può essere un grande polo di aggregazione».
Quanto alle dichiarazioni di Luciano Sita, numero uno di Granarolo, tornato di recente sulla possibilità di una fusione, Bondi è apparso brusco: «Sita parla per sé». Il numero uno di Parmalat ha presentato ieri durante una conference call i risultati «pro forma» per il 2005. «Pro forma» perché da un punto di vista legale la nuova Parmalat spa ha rilevato le attività delle 16 società in concordato preventivo solamente dal primo ottobre dellanno scorso.
Agli analisti il direttore generale del gruppo Carlo Prevedini ha anticipato la possibilità di un ritorno alla cedola. «Speriamo di distribuire un dividendo nel 2007», ha detto. «Dipende dai risultati che otterremo». Le premesse, però, sembrano ottimistiche. «Dopo la buona performance del 2005, ci aspettiamo buoni risultati soprattutto per la seconda metà del 2006, una volta completato lintero piano di ristrutturazione del gruppo», ha detto Prevedini. Nei prossimi mesi lobiettivo è quello di rilanciare il marchio Parmalat in mercati importanti come Messico, Argentina, Cile, Brasile e Giappone.
Quanto ai numeri, Parmalat (il titolo ha perso ieri l1,16%) ha chiuso il 2005 con ricavi in crescita del 3,6% a 3,866 milioni; il margine operativo lordo ha raggiunto l8% dei ricavi (era il 7,2%) ed è pari a 407,8 milioni; in calo lindebitamento finanziario netto, passato da 541,9 a 375,9 milioni. In Italia il fatturato è cresciuto del 3,2% a 1,15 miliardi di euro, mentre la situazione più negativa si registra nella Penisola Iberica, con un sensibile calo dei ricavi in Spagna (meno 9% a 208,1 milioni di euro) e in Portogallo (meno 10,1% a 78,2 milioni di euro).
Sui conti hanno pesato per 9,6 milioni di euro le svalutazioni di magazzino effettuate a seguito dei sospetti di contaminazione da Itx (linchiostro per stampe su involucri per il confezionamento di alimenti). Inoltre, il dato sul margine operativo lordo non comprende le spese legali sostenute per le azioni revocatorie e risarcitorie, pari a circa 6,9 milioni.
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