Il parroco del San Babila: «Cambiare direttore è un mio diritto»

La disfida del Teatro San Babila che oppone il direttore in causa di sfratto al parroco locatore della sala, si arricchisce di un nuovo capitolo in attesa che i giudici dicano finalmente la loro. Monsignor Gandini ha deciso di replicare alle accuse di Gennaro D’Avanzo e in una nota ribadisce il suo diritto a scegliere un nuovo gestore visto che il contratto precedente è ormai scaduto da un anno. «Ho fiducia nella giustizia e d’altra parte non ho mai pensato di chiudere il teatro. Anzi. Voglio rilanciarne l’attività con un progetto pilota di teatro-forum nell’ambito delle sale parrocchiali della Diocesi». È convinto di spuntarla don Gandini, anche se D’Avanzo in aula ha sostinuto che quello sottoscritto non è un contratto d’azienda e che dunque lui ha diritto al rinnovo. «D’Avanzo non è il Vangelo, dunque dimostri le sue tesi presentando la documentazione. Il punto è che la Parrocchia è proprietaria del Teatro San Babila e c’è un contratto nero su bianco che è scaduto il 6 giugno del 2009». Niente da replicare, invece, alle critiche del direttore D’Avanzo sulla questione contenuti. «Non voglio entrare nel merito dei suoi programmi teatrali, ma posso garantire che la sala non chiuderà. Sulla questione ho avuto anche un incontro col vicepresidente della Provincia Novo Umberto Maerna che ho rassicurato sul reale stato delle cose». Ovvio che, se il disaccordo non ci fosse, non ci sarebbe problema a riconfermare D’Avanzo che sostiene di aver fatto grandi investimenti nella sala e di aver affrontato spese d’affitto molto superiori a quelle del precedente gestore.

«Anche questo deve dimostrarlo -dice il parroco- e comunque, per quanto riguarda la direzione, c’è un lungo elenco di aspiranti che ovviamente valuteremo in funzione dei nostri progetti». E se all’elenco si aggiungesse D’Avanzo? «Liberissimo di riproporsi ma certo, dopo quello che mi ha fatto... Meglio andare avanti con la causa, che è lenta ma prima o poi farà giustizia».

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