Il Partito comunista francese vende quadri per evitare il crac

Si parla anche di cedere la prestigiosa sede parigina

da Parigi

Rischio-bancarotta per il Partito comunista francese. In base all’ultimo sondaggio Ifop, alle legislative di domenica prossima i comunisti dovrebbero ottenere dai 9 ai 15 seggi contro i 21 attuali, un tracollo che aprirebbe una grave crisi finanziaria nelle casse del partito.
Così il tesoriere del Pcf, Jean-Louis Frostin, ha contattato il direttore di una grande museo d’arte moderna di Parigi per far stimare un quadro di Fernand Leger esposto nella storica sede di piazza Colonel-Fabien. In vendita, secondo quanto riferisce Le Monde, dovrebbero finire pure un ritratto di Picasso dipinto a carboncino da Edouard Pignon e il celebre quadro di Marcel Duchamp «La Gioconda con i baffi». «La nostra tesoreria è quasi al verde - ha ammesso giorni fa Frostin conversando con alcuni militanti - perciò dobbiamo decidere insieme quali misure dovremo assumere per evitare la bancarotta».
Con 55 impiegati in esubero e la necessità di rientrare dei 5,5 milioni di euro spesi per la fallimentare campagna per le presidenziali, si fanno sempre più consistenti le voci sulla possibile vendita della prestigiosa sede di Place Colonel-Fabien, progettata sul finire degli anni ’60 dal celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer, allora esule in Francia.

Un’opera resa possibile - l’ha ricordato lo stesso architetto - dall’allora Capo dello stato Charles de Gaulle e dal ministro della cultura André Malraux, «che sono stati formidabili per me»: Malraux fece proprio un decreto che autorizzava Niemeyer a installarsi in Francia.
«Se questo dovesse accadere sarebbe la fine, è l’ultimo elemento di credibilità presso le banche», ha avvertito il prossimo segretario nazionale del partito, Roger Martelli, che sostituirà Marie-George Buffet.

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