Una manciata di giorni, non di più. Sono tempi serrati quelli che la Procura e la Digos hanno in mente per chiudere almeno la prima fase delle indagini sullagguato di giovedì sera al direttore di Libero Maurizio Belpietro. La magistratura intende non solo capire cosa sia esattamente accaduto in via Monte di Pietà, ma anche capire come lepisodio si collochi in uno scenario complesso come quello della violenza politica a Milano. Uno scenario che in questi mesi è stato costellato di allarmi veri e falsi, di episodi a volte oggettivamente gravi, a volte ingigantiti. E dove l«episodio Belpietro» costituisce, qualunque sia la sua reale natura, una novità drammatica. Perché, per la prima volta da molti anni a questa parte, spunta la canna di una pistola. Il colpo non è partito, ma la descrizione che lagente ha fatto della pistola è precisa ed è, dettaglio inquietante, perfettamente simile a quella delle armi in dotazione alle forze di polizia.
La presenza dellarma costituisce un salto di qualità rispetto a tutti gli atti di violenza grandi e piccoli che hanno contrassegnato questi mesi. Percorrendo a ritroso le cronache, il più violento è lattentato del 15 dicembre scorso alluniversità Bocconi. Ma trovare dellesplosivo per un ordigno rudimentale è relativamente facile. Procurarsi unarma corta da guerra come una 9 parabellum richiede collegamenti e contatti di tuttaltro genere.
Ieri Alessandro M.
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