R omanzo per signora (Feltrinelli). Tenetevi a mente il titolo di questo libro perché è tra i più divertenti degli ultimi anni. Anche chi è allergico alla parola «divertente» si dovrà ricredere: Piersandro Pallavicini racconta con grande verve illusioni, sogni e speranze di un gruppo di anziani signori che da Vigevano partono per Nizza. Oddio, più che anziani signori sono autentici cummenda e vedove ipocondriache che scambiano il sogno americano con la Lomellina, la Costa azzurra con la California. Tra corse in autostrada in Jaguar decappottabili, cene conviviali al Rotary club, ricoveri in improbabili cliniche, questi arzilli vecchietti, pieni di acciacchi più o meno disastrosi, sono in realtà degli impavidi maratoneti dellesistenza. Data letà avrebbero tutti i numeri per pensare solo a malanni e disgrazie, ma la terza età diventa unoccasione per riallacciare i fili dellaffetto.
Pallavicini, nato a Vigevano nel 1968, mette in scena una commedia che ricorda Dino Risi ma soprattutto lironia di Piero Chiara e dei suoi derivati. Al pari di Andrea Vitali, infatti, Pallavicini ha compreso che per raccontare la provincia italiana in modo realistico sono fondamentali coordinate geografiche che diventino paesaggi emotivi oltre che personaggi riconoscibili sin dal nome e cognome. Ed allora ecco sfilare tra le pagine i protagonisti: la Franca, il Persegàti, lAttilio, il Luciano Alzeihmer, lAdriana Rossanigo. A rafforzare i toni della commedia anche il ricorso al dialetto lombardo, ai ricordi di quando cera ancora la tv in bianco e nero, di quando raggiungere Milano era unimpresa. Sullo sfondo moltissime citazioni letterarie, nomi di grandi scrittori e autori dimenticati (come nel caso dellamericano Frederic Prokosch), oltre a quelli che per Pallavicini sono autentici miti come Pier Vittorio Tondelli. Ma è proprio lo smarcamento da Tondelli, che nei suoi libri precedenti gravava come unombra, che rendono questo il miglior romanzo di Pallavicini.
Romanzo per Signora è un romanzo cattivo al punto giusto ma non cinico. I personaggi di Pallavicini rispondono alla vita come degli Amici Miei in gita al Mini-Italia: entusiasti passeggeri di esistenze che, comunque le si giudichi, lasciano nel lettore unallegria entusiasta.
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