Il Pd vuol prendersi l’Expo «Strano se la Moratti conservasse il suo posto»

Un passo indietro dall’incarico di commissario straordinario per l’Expo 2015. La richiesta all’ex sindaco, Letizia Moratti, arriva dai vertici locali del Pd. «Sarebbe curioso che lei mantenesse l’incarico. Dipenderà molto da Giuliano Pisapia, ma è opportuno che il governo rifletta sul ruolo del commissario e telefoni al sindaco Pisapia» dichiara un battagliero Roberto Cornelli, segretario provinciale del Pd.
Parole molto diverse da quelle del neo sindaco, Giuliano Pisapia: «Sono convinto che ci dovrà essere un gioco di squadra complessivo, tutti i milanesi e gli italiani ci credono, deve essere il volano dello sviluppo economico, sociale e culturale di Milano». Nei giorni scorsi Pisapia aveva detto anche di essere molto contento «che anche Letizia Moratti partecipi a questo dono per Milano che è l’Expo. Si è detta disponibile a lavorare per la città e mi ha fatto piacere questo, anche considerando la prospettiva dell’Expo». E ancora, sulla Moratti commissario: «Dipende dal governo».
«Oggi parlo solo di bilancio» dice l’ex sindaco nel giorno del passaggio delle consegne tra lei e il successore. Ma un’eventuale «continuità», richiesta anche dall’architetto e recordman di preferenze del Pd, Stefano Boeri, suonerebbe come un sostanziale aiuto della Moratti alla giunta Pisapia. Difficile che l’ex sindaco accetti un ruolo da comprimaria, dopo le grandi battaglie per ottenere e portare avanti la sua Expo 2015.
Stefano Boeri, architetto dell’Expo e aspirante vicesindaco, scalpita per occuparsi del 2015 e anche per tornare al suo progetto originario, l’orto botanico accantonato dall’amministratore delegato della società, Giuseppe Sala. «Con Pisapia e la nuova giunta dobbiamo riprendere i fili del progetto, realizzare una nuova società per acquisire le aree e tornare al progetto del Bie». Ribadisce di essere favorevole alla newco, anche se non è chiaro con quale sostenibilità economica per la società se si modificano gli indici previsti per il progetto sulle aree Expo. La certezza è solo questa: «L’acquisizione delle aree è preferibile al comodato d’uso».
C’è poi il tema del Pgt. E anche in questo campo, dopo i battaglieri proclami elettorali contro la cementificazione, le intenzioni non sono ancora chiare. Boeri annuncia modifiche al progetto: «Intendiamo riformare gli indirizzi di piano. Oggi non guarda oltre i confini comunali e non ha una sufficiente attenzione a l rapporto tra edifici e abitanti. La città negli anni si è svuotata e non vogliamo far crescere la città dei vuoti». E il rischio parlasi per la città? «Il Pgt, con le opportune modifiche, resterà attivo. Siamo stati in Regione e, avvalendoci della legge regionale 12, pensiamo di fare le varianti in cinque o sei mesi».
Assai scettico sui tempi l’ex assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli: «Io prevedo almeno quattro anni di tempo: dovranno pur parlare con i comitati e con i cittadini! Oppure decideranno le varianti nel chiuso delle loro stanze? In ogni caso i tempi tecnici non eludibili sono di almeno due anni». Le modifiche al Pgt devono seguire un iter complesso: il Piano modificato dovrà passare per due volte in consiglio comunale, senza contare le osservazioni e la Vas, la valutazione di impatto ambientale.
Le difficoltà con la sinistra radicale sono prevedibili, per non dire inevitabili. La divergenza di opinioni, che oggi si concentra sul piano politico sul ruolo di Nichi Vendola e sulla sua incursione milanese, è pronta a trasferirsi sui contenuti più concreti del Pgt. Senza contare che anche il Pd milanese rivendica il suo ruolo e la sua autonomia dalle segreterie e dai “potentati”.


Il coordinatore cittadino del Pd, Francesco La Forgia, si lancia in una nota polemica: «Dobbiamo far saltare i bilancini e i rapporti di forza dentro il partito, diciamo no ai capicorrente e ai capibastone, la nostra non è una squadra di funzionari». E ancora, sul vicesindaco donna: «L’importante è che garantisca rinnovamento e competenza». Insomma, i terreni di discussione non mancano e sono già molto friabili.

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