Penati (al verde) scala Tem e Pedemontana

Palazzo Isimbardi: «No a un matrimonio spagnolo: saremo garanti dei due progetti»

C’è una domandina che serpeggia negli uffici di Palazzo Isimbardi: Asam è in grado di fronteggiare il debito verso Banca Intesa? La risposta è un «no», messo nero su bianco in una nota riservata che circola tra gli addetti ai lavori e che, qui, riproduciamo integralmente: «È di tutta evidenza il generarsi degli oneri finanziari, essendo Asam una società sottocapitalizzata che non è in grado di coprirli col proprio patrimonio. È altresì di tutta evidenza che il mancato generarsi di eventuali dividendi su Milano Serravalle non permetterebbe ad Asam di coprire il debito verso Banca Intesa».
Traduzione: l’holding messa in piedi da Filippo Penati e presieduta dal professor Giulio Sapelli non è in condizioni di poter «fronteggiare il debito verso Banca Intesa». Anzi, appare «sostanzialmente sottocapitalizzata e fortemente indebitata» nonostante abbia «con un artifizio contabile» - denunciato alla Corte dei Conti da Roberto Alboni e Gianfranco De Nicola, rispettivamente capogruppo regionale e provinciale di An, - «rinviato al momento in cui Serravalle genererà dividendi la posta in bilancio degli oneri passivi per il debito verso Banca Intesa». «Artifizio» di una società dove Penati ha trasferito l’intero patrimonio azionario di Palazzo Isimbardi e su cui, Forza Italia, ha presentato diversi ricorsi al Tar: «Battaglie legali che non hanno però ancora registrata alcuna valutazione da parte magistrati del tribunale amministrativo regionale.

E da qui» chiosa Bruno Dapei, capogruppo provinciale degli azzurri, «la nostra decisione di ricorrere al Consiglio di Stato». Ricorso firmato da Fi, An e Udc contro «le delibere di giunta e di consiglio che attendono un giudizio della Consulta perché i cittadini devono sapere come vengono sperperati i soldi pubblici».

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