
Con il suo talento indiscusso e un'indole combattiva e controcorrente, Sinéad O'Connor è stata una delle figure più controverse e influenti della scena musicale tra gli anni '80 e '90. Anticonformista fin dal debutto – quando presentò al pubblico l'album "The Lion and the Cobra" nel 1985 con la testa rasata a zero – l'artista irlandese ha fatto della provocazione una cifra stilistica. Dietro alla sua voce d'angelo, con la quale ha portato al successo brani come "Nothing Compares 2 U", "Fire on Babylon" e "I Do Not Want What I Haven’t Got", si nascondeva un'artista profonda, impegnata ma anche fragile che non riuscì a gestire il successo. La sua è stata una vita vissuta in bilico tra espressione artistica e ribellione come quando strappò la foto del Papa in diretta televisiva e scelse di convertirsi all'islam.
Gli abusi, la droga, la malattia
La storia personale di Sinead O'Connor è stata segnata da eventi drammatici, abusi, consumo di droghe e malattie. La separazione dei genitori, avvenuta quando aveva 9 anni, e i maltrattamenti fisici e psicologici perpetrati dalla madre fino alla sua adolescenza - quando la obbligava a denudarsi, a sdraiarsi a terra prima di picchiarla, mentre le imponeva di dire "Non valgo niente" - sono solo una parte della sua giovinezza vissuta fuori e dentro i riformatori americani. Arrivata al successo nel 1985, appena 19enne, Sinead riversò tutta la sua rabbia e il suo dolore nella musica ma, nonostante la fama raggiunta, le sue posizioni in tema di religione e guerra la portarono a feroci critiche da parte del pubblico e a isolarsi dal resto del mondo. Determinante nel suo crollo psicologico fu l'isterectomia subita nel 2015, che la portò all'esaurimento nervoso e poi alla diagnosi di disturbo bipolare. Malesseri profondi che la spinsero inesorabilmente alla dipendenza da alcol e droghe fino ai numerosi tentativi di suicidio.
Il suicidio del figlio
Con il suo bagaglio di paure, dipendenze e demoni Sinead O'Connor ha dovuto affrontare anche il dolore più grande che un genitore possa vivere: la morte del figlio Shane. Il 17enne, nato dalla relazione che la cantante ebbe in giovane età con il cantante folk Donal Lunny, soffriva di una grave psicosi, che lo aveva portato a tentare il suicidio in più di una occasione nel 2022. A gennaio dello stesso anno riuscì a fuggire dall'ospedale di Tallaght, dove era ricoverato per curarsi, e il suo corpo senza vita fu trovato pochi giorni dopo. L'annuncio della drammatica scomparsa fu dato dalla cantante irlandese attraverso i suoi canali social: "Il mio bellissimo figlio, Nevi'im Nesta Ali Shane O'Connor, vera luce della mia vita, ha deciso di porre fine alla sua lotta terrena e adesso è con Dio. Possa riposare in pace e nessuno seguire il suo esempio. Il mio bambino. Ti amo così tanto. Riposa in pace, ti prego". Per mesi sul web O'Connor scrisse messaggi angoscianti indirizzati al figlio senza mai riuscire a superare la dolorosa perdita, di cui addirittura si incolpò.
La morte e le ultime volontà
Un anno e mezzo dopo la prematura scomparsa del figlio Shane il corpo senza vita di Sinead, 56 anni, fu trovato nell'appartamento a Herne Hill, uno dei sobborghi nella zona Sud di Londra, dove l'artista era tornata a vivere da poco. L'ipotesi del suicidio fu la prima pista seguita dalle autorità inglese, ma tre mesi dopo la sua morte l'autopsia rivelò che la cantante era morta per cause naturali. A causare il decesso furono una broncopneumopatia cronica ostruttiva infettiva e l'asma.
Un anno dopo la sua morte, in occasione del primo anniversario, la famiglia rivelò le sue ultime volontà: essere posta nella bara con un abito da prete, una bibbia ebraica e con il suo album Theology. Il suo patrimonio, circa 1,7 milioni di sterline è andato ai figli Roisin e Yeshua, che oggi detengono anche i diritti delle sue canzoni.