Achille Costacurta, la nuova vita dopo le droghe e la detenzione: "Ho provato a togliermi la vita"

Il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta ha rilasciato una lunga intervista nella quale ha parlato della sua rinascita e dei difficili anni dell'adolescenza

Achille Costacurta, la nuova vita dopo le droghe e la detenzione: "Ho provato a togliermi la vita"
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Esattamente un anno fa Achille Costacurta finiva al centro della cronaca per avere pubblicato sui social foto compromettenti con soldi e marijuana, taggando la madre e commentando con disprezzo alcune sue foto. Una brutta vicenda che portò il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta a prendere le distanze dai social network e a intraprendere un percorso di disintossicazione, che oggi ha portato a un epilogo positivo. "Mi sento rinato. Non tocco droghe, sto bene e ho recuperato il rapporto con i miei genitori. Palermo mi ha aiutato, Milano mi metteva ansia", ha raccontato il giovane sulle pagine di Repubblica, parlando del trasferimento a Mondello, in Sicilia, dove ha cominciato una nuova vita lontano da vizi ed errori.

La rinascita in Sicilia

A Mondello il figlio dell'ex Miss Italia ha trovato il posto perfetto per voltare pagina e trovare un equilibrio personale cercato per anni. "Qui la gente non giudica. Ti tende la mano, ti accoglie", ha dichiarato il giovane, raccontando l'ultimo difficile anno vissuto nel tentativo di recuperare la fiducia dei propri genitori con l'obiettivo di tornare a vivere una vita normale. La vita di un ragazzo di 20 anni, che sta cercando di recuperare gli errori commessi in passato: "Il peggiore? Ho provato a togliermi la vita".

Il momento più brutto

Nella lunga intervista rilasciata al quotidiano Achille ha parlato senza filtri del periodo più brutto della sua vita: "Ho provato a togliermi la vita con sette boccette di metadone. L’equivalente di 40 grammi di eroina. Nessuno sa spiegarsi come io sia ancora vivo. Avevo 17 anni, ero rinchiuso in un centro penale minorile a Parma e dopo un anno e sette mesi non ce la facevo più". Non aveva ancora compiuto la maggiore età ed era detenuto in un centro penale minorile perché nel suo armadietto a scuola erano stati trovati due coltelli: "Non volevo fare male a nessuno, ero solo un ragazzino pieno di paranoie". In quel centro Achille Costacurta è rimasto circa due anni, un periodo durissimo: "Avevi dieci sigarette al giorno e appena non ti presentavi a colazione, te ne toglievano una. Una volta un agente mi ha detto che mi doveva parlare. Stavo fumando e gli ho chiesto di aspettare che finissi. Mi ha spezzato la sigaretta davanti al viso, gli ho sputato e mi hanno preso a schiaffi in una stanza. Ero solo un ragazzino".

L'uso delle droghe

Le risse, i problemi con la giustizia, la detenzione e la droga hanno segnato la sua adolescenza: "Per otto mesi ho fatto uso di mescalina, un allucinogeno messicano. Quando sei sotto, ti senti Dio e io pensavo di poter aiutare il mondo intero. Regalavo le mie collane d'oro ai barboni, aiutavo i ragazzi che fumavano crack portandoli a casa a fare una doccia. Ma in realtà mi stavo distruggendo. Le droghe sono il demonio. E il demonio ti prende e ti porta via".

La nuova vita

Oggi Achille si sente un'altra persona "anche grazie alla Sicilia", che gli ha

dato una seconda possibilità, e sogna di potersi rendere utile con un progetto sociale concreto: "Aprire un centro per ragazzi con sindrome di Down. Aiutare gli altri mi fa sentire le farfalle nello stomaco".

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