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“Una bugia, incomprensioni”. Harry torna sull’uccisione dei talebani

L’aneddoto sull’uccisione dei 25 talebani ha sollevato un polverone, ma Harry si difende, sostenendo di essere stato equivocato

“Una bugia, incomprensioni”. Harry torna sull’uccisione dei talebani
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Nel suo libro di memorie, “Spare. Il Minore”, pubblicato il 10 gennaio 2023, il principe Harry racconta di aver ucciso 25 talebani durante le sue missioni in Afghanistan. Un aneddoto che ha suscitato critiche, indignazione, accuse di “tradimento” da parte dei veterani britannici e persino una reprimenda, che ha il sapore dell’ipocrisia, da parte dei talebani, i quali non sono certo dei paladini della libertà di pensiero e di parola. Il duca di Sussex, però, non ci sta e al The Late Show sostiene che le sue parole siano state estrapolate dal contesto e strumentalizzate.

“Come fossero scacchi”

“Non era una statistica che mi rendeva orgoglioso, ma non mi metteva nemmeno in imbarazzo. Quando mi trovavo nella foga del combattimento, non pensavo a quei 25 come a persone. Erano pezzi degli scacchi rimossi dalla scacchiera, i cattivi eliminati per primi, prima che potessero uccidere i buoni”. Con queste parole il duca di Sussex ricorda le sue missioni in Afghanistan, sugli elicotteri Apache, contro il regime talebano. Quando il racconto è arrivato sui giornali ha scatenato una tempesta. I veterani lo hanno accusato di mettere a rischio la sua e la loro incolumità, di aver “tradito” l’esercito, dando un’immagine errata dei soldati di Sua Maestà descritti, almeno in apparenza, come persone senza scrupoli.

Ha alzato la voce perfino un leader talebano, Anas Haqqani, con un tweet che definire molto discutibile è puro eufemismo: “Signor Harry! Quelli che ha ucciso non erano pezzi degli scacchi, erano umani. Avevano famiglie che stavano aspettando il loro ritorno”. Haqqani ha invocato per Harry un processo per “crimini di guerra”, dimenticando (o facendo finta di dimenticare) che il regime talebano non ha mostrato di curarsi molto delle famiglie e della natura umana delle persone che ha schiacciato per decenni. Il duca di Sussex, però, ha voluto chiudere questa polemica intervenendo, lo scorso 10 gennaio, al The Late Show di Stephen Colbert, per spiegare il suo punto di vista.

“Non mi sono vantato”

Il principe, citato dal Guardian, ha spiegato: “La bugia più pericolosa che hanno detto, senza dubbio, è che in qualche modo mi sarei vantato del numero di persone che ho ucciso in Afghanistan. Se sentissi qualcuno vantarsi di questo genere di cose, mi arrabbierei. È una menzogna e spero che ora che il libro è stato pubblicato le persone siano in grado di [valutare] il contesto. È davvero preoccupante e inquietante che possano passarla liscia, poiché [avevano di fronte] il contesto...Le mie parole non sono pericolose, è il modo in cui vengono riportate a esserlo e molto, per la mia famiglia”.

Il problema di estrapolare una frase dal suo insieme e strumentalizzarla esiste (in effetti la frase del principe è stata sfruttata dai talebani a loro vantaggio). Tuttavia non è esatto dire che Harry si sarebbe “vantato” di aver eliminato 25 talebani. Il problema è l’apparente freddezza con cui lo ha raccontato. Quel paragone con gli “scacchi” sarebbe risultato disturbante.

Le polemiche, però, aumentano la visibilità e questo è un dato di fatto. Durante il Late Show Harry ha accusato la royal family di aver tentato di denigrare il suo libro attraverso la stampa britannica. Impossibile dire se ciò sia vero o il frutto di una presunta deriva paranoica del duca. Ma le cifre non mentono: tutta questa pubblicità, positiva e negativa, ha fatto schizzare le vendite del memoir. Solo nel Regno Unito ne sarebbero state acquistate già 400mila copie, rendendolo il libro di saggistica più venduto di sempre.

Harry sostiene che scriverlo sarebbe stata una esperienza “catartica”, sebbene “gli ultimi giorni siano stati dolorosi e impegnativi, non potendo far nulla contro la fuga di notizie”.

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