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Il "tradimento" della cugina di Kate: ha collaborato al libro di Harry

Lucy Middleton, la cugina di Kate, avrebbe “tradito” la royal family, proteggendo Harry e la Penguin Random House da eventuali azioni legali di Buckingham Palace

Il "tradimento" della cugina di Kate: ha collaborato al libro di Harry
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Lucy Middleton, cugina di Kate, avrebbe “collaborato” al libro del principe Harry, garantendo a quest’ultimo e alla casa editrice Penguin Random House una sorta di scudo difensivo da possibili cause legali intentate dal Palazzo. Il ruolo di Lucy risulterebbe piuttosto ambiguo, anche alla luce dei resoconti dei tabloid, secondo i quali le cugine Middleton sarebbero da sempre molto vicine. In effetti sembra di ravvisare un certo conflitto di interessi, ma la questione potrebbe essere osservata anche da un’altra prospettiva.

Avvocato e cugina della futura sovrana

Lucy Middleton è cugina di primo grado della principessa del Galles, poiché figlia di Richard Middleton, ovvero il fratello maggiore del padre di Kate, Michael. Non solo: è una delle madrine di battesimo del principino Louis e ha trascorso con Kate tre mesi a Firenze nel Duemila. La futura Regina consorte d’Inghilterra, infatti, ha studiato storia dell’arte e lingua italiana nel capoluogo toscano.

Le due giovani donne hanno un legame di parentela forte e, dicono le fonti, andrebbero molto d’accordo. Per questo un certo stupore è stato inevitabile quando i giornali hanno accostato la figura di Lucy Middleton al memoir di Harry, “Spare. Il Minore”. In realtà la cugina della principessa del Galles è “senior publishing lawyer”, cioè responsabile dell’ufficio legale della Penguin Random House e, data la sua specializzazione in diffamazione, privacy e riservatezza, il suo ruolo potrebbe essere stato cruciale nella fase di revisione del libro autobiografico del duca di Sussex.

Una “spia” a corte?

Stando alle indiscrezioni trapelate dalla stampa Lucy Middleton avrebbe letto in anteprima “Spare. Il Minore”, in modo da evidenziare eventuali passaggi che avrebbero potuto scatenare un’azione legale da parte dei Windsor. Il compito di Lucy sarebbe stato quello di tutelare gli interessi della casa editrice Penguin Random House e del principe Harry, assicurandosi che gli aneddoti rivelati nel libro non superassero un certo limite, non offrissero il fianco a possibili, dispendiose querele.

A questo punto la stampa si chiede se la cugina di Kate abbia “tradito” la royal family, se nella sua presunta collaborazione con Harry, seppur indiretta, sia possibile trovare gli estremi per un conflitto di interessi. Per la verità sarebbe opportuno di distinguere tra lavoro e famiglia. Lucy Middleton avrebbe un ruolo ben preciso all’interno della casa editrice quindi, se davvero ha analizzato il libro del principe Harry prima della pubblicazione, avrebbe fatto solo il suo lavoro. Ciò non dovrebbe aver provocato alcun attrito con Buckingham Palace e con Kate Middleton.

I tabloid si interrogano anche sulla possibilità che l’avvocato abbia passato delle informazioni sul contenuto del memoir alla royal family, per tranquillizzarla o metterla in guardia. Point De Vue, lo scorso 13 gennaio, ha scritto: “[Lucy] ha informato la cugina del contenuto del libro?”. L’ipotesi sembrerebbe improbabile, poiché una persona nella posizione di Lucy sarebbe tenuta a rispettare la clausola di riservatezza. Il suo ruolo lo imporrebbe, soprattutto in casi simili. Se guardiamo la faccenda da un’altra prospettiva Lucy Middleton non avrebbe “tradito” la cugina, ma potrebbe aver cercato di aiutare entrambe le parti in conflitto, magari contribuendo a non esacerbare ulteriormente i rapporti tra Harry e la sua famiglia.

Non è escluso che l’avvocato Middleton, leggendo il libro, possa aver tenuto conto delle frizioni esistenti tra Windsor e Sussex, sottolineando le rivelazioni, i brani del libro che avrebbe potuto non solo danneggiare la casa editrice, ma anche innervosire la royal family, alzando i toni dello scontro pur senza passare necessariamente a vie legali. In tal senso quello di Lucy potrebbe essere inteso anche come un lavoro di diplomazia.

Un compito svolto nel riserbo più assoluto ma, comunque, più a facile a dirsi che a farsi.

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