
L'ultima foto sulla pagina Instagram di Chester Bennington è datata 7 luglio 2017. Nell'immagine il frontman dei Linkin Park è di spalle, rivolto verso il pubblico durante l'ultimo concerto di Birmingham. Nessuno avrebbe mai immaginato che, tredici giorni più tardi, il 20 luglio 2017 il cantante americano si sarebbe tolto la vita, impiccandosi nella sua abitazione di Los Angeles.
Dai Grey Daze ai Linkin Park
Cresciuto in Arizona e segnato da abusi sessuali e dipendenze da droghe e alcol fin da ragazzino, Chester arriva al successo con i Grey Daze nel 1994. L'esperienza nella band statunitense, però, dura poco e nel 1998 viene scelto come frontman degli Xero, band di Los Angeles che cambierà poi il nome in Hybrid Theory un anno dopo e in Linkin Park nel 2000. E' proprio con il nuovo nome e l'album "Hybrid Theory", pubblicato nel 2000, che la band arriva al successo mondiale con brani come "In the end" e "Crawling". Pur rimanendo il leader dei Linkin Park, Bennington porta avanti progetti solisti paralleli fondando il gruppo Dead by Sunrise nel 2005 e unendosi agli Stone Temple Pilots dal 2013 al 2015. Nel 2017 pubblica con i Linkin Park l'ultimo album in studio "One More Light", ma pochi mesi dopo, a 41 anni, si toglie la vita. La morte del cantautore ha scosso la scena musicale internazionale, riportando alta l'attenzione sulla salute mentale degli artisti.
L'ultima foto e le cause della morte
Chester Bennington era in vacanza con la moglie Talinda e quattro dei suoi sei figli nei giorni precedenti al suicidio. L'ultima fotografia scattata al cantante è un autoscatto della moglie, che lo ritrae sorridente e all'apparenza felice insieme alla sua famiglia in campeggio il giorno prima della sua morte. Un'immagine che ha fatto il giro del mondo e che non spiega cosa abbia spinto Bennington a compiere il gesto estremo. Invece il corpo senza vita del frontman dei Linkin Park è stato ritrovato nella villa di Palos Verdes Estates, in California, il 20 luglio: al collo una cintura come cappio legata a un armadio. Sulla scena del suicidio le autorità non trovarono lettere di addio né droga, ma solo una bottiglia di alcol e gli esami tossicologici rilevarono solo piccole tracce di alcol nel sangue. Dietro alla morte di Bennington c'è l'ombra della depressione contro la quale l'artista lottava da molto tempo.
Le parole della moglie Talinda
Quattro anni dopo la morte del cantante la moglie parlò apertamente della depressione che aveva condizionato l'intera esistenza di Chester Bennington. "Nessuno della nostra famiglia si aspettava che accadesse ciò che è accaduto ed è terrificante... pensavamo che andasse tutto bene", raccontò Talinda Bennington alla CNN, proseguendo: "Solo ora sono consapevole che i segnali c'erano: la disperazione, il cambiamento di comportamento, l'isolamento. Ma tutto questo faceva parte della nostra vita quotidiana. A volte alcuni segnali erano più evidenti di altri. A volte, non c'erano affatto. Era nel suo momento migliore". La depressione non sarebbe stata, però, l'unica causa del suicidio.
Chris Cornell: la coincidenza
Il 20 luglio rappresentava una data significativa per il cantante dei Linkin Park: il compleanno dell'amico e collega Chris Cornell, frontman dei Soundgarden.
Cornell si era suicidato due mesi prima di Bennington, il 18 maggio, nello stesso modo, cioè impiccandosi con una cintura legata a un armadio. Una coincidenza che i fan del cantante statunitense hanno sempre considerato rilevante per spiegare i motivi del drammatico gesto compiuto da Chester.