Vanoni: "Con Strehler droghe ed erotismo, ricoverata per la depressione"

La cantante è tornata a parlare del suo passato sul Corriere, raccontando episodi inediti della sua vita che sono stati raccolti nel suo nuovo libro

Vanoni: "Con Strehler droghe ed erotismo, ricoverata per la depressione"
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"Disperata e felice, sola e celebrata, furibonda e delicata, egoista ma pronta ad arrivare in piena notte a casa di un amico, se ha bisogno". Sono tanti gli aggettivi che Ornella Vanoni ha usato per descriversi sulle pagine del Corriere alla vigilia della pubblicazione del suo nuovo libro "Vincente o perdente", una biografia scritta con Pacifico in uscita martedì 6 maggio. Nel volume l'artista ripercorre le tappe più importanti della sua vita, non solo quella artistica, dandone un assaggio nell'intervista rilasciata al quotidiano.

Nella bolla di semi-infelicità

Parlando della fama e del successo ottenuto Ornella Vanoni ha confessato di non essersi mai sentita all'altezza della situazione: "Mi sono sentita per buona parte della vita un brocco, una persona priva di qualsivoglia talento". Un'idea falsata dall'infanzia difficile vissuta lontano dalla famiglia: "Era la mia sensazione. Io vivevo in una bolla di semi-infelicità, anche perché sono sempre stata messa in collegio, in Francia e in Inghilterra". A rendere più complicata la situazione c'era anche un fattore estetico: "Una cicatrice sotto il collo di cui mi vergognavo terribilmente. Una cicatrice dovuta alla tisi, che mi fu curata malamente, era una macchia nera. Natalia Aspesi lo scrisse: come fa ad andare in tv con quell'orrenda cicatrice? L’avrei uccisa... Andai in America da un chirurgo plastico per farmela sistemare".

La depressione

L'insicurezza, la popolarità e gli eventi della vita l'hanno portata a cadere in depressione più volte nel corso della sua carriera: "L'aveva mio padre, forse è genetica. Ho attraversato diverse volte quella foresta spettrale. A me è successo tre, quattro volte, di caderci dentro: una volta è stata così forte che mi sono fatta ricoverare e da allora ho preso gli psicofarmaci". Medicine alle quali si affida tuttora per evitare possibili ricadute, come ha confessato lei stessa: "Gli psicofarmaci non bisogna mai abbandonarli se sei una persona che tende alla depressione. Sono una barriera: ti può venire la tristezza, ti può venire la malinconia, che è anche bella, però la barriera degli psicofarmaci ti impedisce di andare oltre".

La relazione con Strehler

A proposito di relazioni la cantante ha ricordato quella con Giorgio Strehler. Mentre con Gino Paoli Ornella Vanoni visse un amore tormentato e doloroso, con il regista, anni prima, la cantante si lasciò travolgere dalla passione e dagli istinti di una vita smisurata come quella condotta da Strehler: "Se c'era da sperimentare con l’erotismo, se era quello che desiderava, mi affidavo. Se erano le droghe, o qualsiasi possibilità di alterazione, mi allineavo. Se ami qualcuno, non lo lasci mai solo. L'altra persona la perlustri, da cima a fondo. Soprattutto in un periodo storico come quello, dove ogni tabù era nel mirino. E gli scheletri, invece di starsene buoni nell'armadio, se ne andavano a spasso per la stanza".

La morte e il funerale

Nell'intervista l'artista ha ironizzato anche sulla morte, confermando - come già aveva fatto in altre occasioni - di avere già predisposto ogni dettaglio per il suo funerale: "Mi sono già organizzata: ho chiesto a Paolo Fresu di suonare al

mio funerale, indosserò un bel vestito largo tutto plissé, mi farò truccare dalla mia truccatrice. Farò un figurone. Non voglio morire tardi, non potrei sopportare di stare a casa senza far niente".

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