Scandalo a corte: Carlo e Camilla hanno censurato i media all’incoronazione?

La royal family avrebbe selezionato i video dell’incoronazione da mostrare al pubblico, ponendo il veto su quelli giudicati non adeguati. Una forma di censura che sta facendo discutere e che solleverebbe dei dubbi sull’imparzialità della Bbc

Scandalo a corte: Carlo e Camilla hanno censurato i media all’incoronazione?

Carlo e Camilla avrebbero censurato video e immagini della loro incoronazione, attraverso un accordo segreto con le emittenti televisive. Se questa storia venisse confermata, si tratterebbe di un enorme scandalo per la royal family, una bomba mediatica molto più forte e pericolosa delle rivelazioni del principe Harry, perché va a toccare un concetto per cui l’umanità ha lottato per secoli: la libertà in ogni sua declinazione.

“Straordinarie restrizioni”

La Bbc, che si è occupata della copertura mediatica dell’incoronazione di Carlo III, avvenuta lo scorso 6 maggio, avrebbe permesso a Buckingham Palace di applicare una forma di censura preventiva dei video della cerimonia. Noi avremmo visto solo ciò che il Palazzo avrebbe voluto farci vedere. A fare queste rivelazioni clamorose, citate dal Guardian, è stato John Ryley, ex capo di Sky News dimessosi dal suo incarico lo scorso maggio, dopo 17 anni di servizio. In un discorso allo Steve Hewlett Memorial Lecture Ryley ha dichiarato addirittura che Buckingham Palace avrebbe imposto delle “restrizioni straordinarie”, incluso un veto retroattivo, definito “orwelliano”, sui filmati trasmessi da tutte le emittenti britanniche. La questione ha sollevato molte polemiche, poiché ci chiediamo se ancora oggi sia possibile sentir parlare di censura. Parola, questa, che evoca tempi difficili, limitazioni alla libertà d’espressione (ma verrebbe da dire, stando dalla parte del pubblico, anche alla libertà “di conoscenza”) che, almeno nel mondo occidentale, credevamo superate. Questo concetto porta a ulteriori riflessioni sull’imparzialità delle reti britanniche, ma anche della royal family.

Un accordo “privato”

Ryley ha rivelato che tra il Palazzo e le reti televisive vi sarebbe un accordo “privato e confidenziale”. Non solo: “Gli addetti reali alla comunicazione avevano l’opportunità di censurare qualunque immagine dell’incoronazione prima che potesse essere riprodotta…e gli addetti reali alla comunicazione hanno imposto quali clip potessero essere mostrate nei programmi futuri, in quello che hanno chiamato, con una frase orwelliana, 'un montaggio perpetuo'”. Il fatto che Carlo III e la royal family esigessero la perfezione per il giorno dell’incoronazione non giustifica questa presunta censura. Certo, i video, le fotografie di quella giornata sono entrate nella Storia ed è normale che Re Carlo III, la regina Camilla e tutta Buckingham Palace desiderino far ricordare quei momenti ed essere ricordati al meglio, potendo contare su materiale ineccepibile. Del resto i video e le immagini sopravvivranno a loro. Eppure non basta neanche questo per applicare delle restrizioni simili, poiché significherebbe orientare, persino manipolare la memoria di quell’evento.

L’abitudine al controllo

Il Guardian aveva già parlato di possibile censura, da parte della royal family, del funerale della regina Elisabetta, avvenuto il 19 settembre 2022. In quell’occasione sarebbe stato attivato “un gruppo Whatsapp dove i cortigiani reali potevano dire ai senior editor di Bbc, Itn e Sky News, in tempo reale, se la royal family voleva che alcuni filmati specifici venissero rimossi dalla circolazione”. Ryley ha confermato che “la royal family si sottraeva regolarmente alla verifica reale delle emittenti”. Questa forma di censura sarebbe un’abitudine. A tal proposito Ryley ha ammesso di essere dispiaciuto del fatto che nel 2017 Sky News avrebbe preso “la cattiva decisione” di fornire all’allora principe Carlo l’elenco di domande a cui avrebbe dovuto rispondere in un’intervista: “Se uno spettatore ci avesse interrogato su quanto ciò fosse in linea con i nostri valori fondamentali di onestà nei confronti del nostro pubblico, sarebbe stato difficile costruire una difesa solida. Immaginate di sottoporre una lista di domande a un leader politico o a un capo d’azienda. Forse accadrebbe in uno Stato fantoccio”.

Un esame più accurato

John Ryley è convinto che la royal family, a partire da Re Carlo III, dovrebbe essere sottoposta a uno scrutinio più serio e puntuale, senza timori, né censure di sorta. Il rapporto tra i Windsor e le emittenti televisive, ma anche i giornalisti, dovrebbe essere più limpido, dominato dall’onestà intellettuale: “[Le emittenti sono] troppo supine…troppo indifferenti…troppo compiacenti” quando si tratta della Corona britannica. A questo proposito l’ex capo di Sky News ha sollevato anche una questione piuttosto controversa, ovvero le tasse: “Argomenti come il motivo per cui Re Carlo non ha pagato alcuna tassa di successione sulla fortuna ereditata da sua madre, o il fatto che il Ducato di Cornovaglia non paga l’imposta sulle plusvalenze dovrebbe essere esaminata in maniera adeguata. La rendicontazione dovrebbe essere più rigorosa”. Nel settembre 2022 tutti i giornali si occuparono proprio del tema delle tasse di successione dopo la morte di Elisabetta II. Re Carlo III ha avuto il privilegio di non pagarle grazie a un accordo stipulato nel 1993 tra l’allora premier britannico John Major e la Corona. Secondo tale patto, studiato per garantire “un certo grado di indipendenza finanziaria” della Corona dal governo, al patrimonio che passa “da sovrano a sovrano” non viene applicato il prelievo del 40%, come da prassi sui beni che superano le 325mila sterline.

Il potere degli addetti alla comunicazione

John Ryley, un fiume in piena, non si è fermato, tirando ancora in ballo gli “spin doctors”: “Forse già sapete, o forse no, che gli addetti alla comunicazione dei palazzi reali perdono la testa quando un giornalista di un’emittente si presenta direttamente a un membro della royal family. Possono seguire immediatamente email sprezzanti, chiamate e anche convocazioni dal direttore del notiziario. Ho sperimentato questo trattamento”. Stando alle parole di Ryley sarebbe quasi impossibile avvicinarsi alla famiglia reale, protetta dal muro del loro staff e, in particolare, dagli addetti alla comunicazione. La questione può essere interpretata da due punti di vista: il primo è quello proposto dall’ex capo di Sky News e sembrerebbe una sorta di difesa preventiva, di censura anticipata per mantenere una cortina di silenzio intorno alla Corona, evitando che la royal family possa dire qualcosa che non è stato già concordato, sollevando dubbi e ambiguità, o che qualcuno possa scoprire chissà quale scomoda verità. Tuttavia questo rischio è palesemente in contrasto con il concetto di onestà intellettuale nei confronti degli spettatori. D’altra parte, però, se fosse troppo facile avvicinarsi a un Windsor o al suo entourage, l’istituzione stessa potrebbe essere in pericolo, poiché diventerebbe incredibilmente semplice ottenere informazioni in grado di destabilizzare la monarchia. Bisognerebbe trovare un equilibrio tra la correttezza dovuta al pubblico e la sicurezza della Corona, un punto di incontro che non sacrifichi l’una a scapito dell’altra.

Camilla contro la censura

Questa presunta manipolazione compiuta dalla royal family appare ancora più contraddittoria se pensiamo che, nel febbraio 2023, la regina Camilla si era giustamente, seppur in modo indiretto, scagliata contro la censura delle opere dello scrittore Roald Dahl.

Durante le celebrazioni per il secondo anniversario della “Reading Room”, iniziativa Instagram da lei fortemente voluta per promuovere la lettura e poi diventata un sito web e un festival, Camilla aveva dichiarato: “Vi prego, rimanete fedeli alla vostra vocazione, non lasciatevi ostacolare da coloro che vogliono frenare la vostra libertà d’espressione o porre limiti alla vostra immaginazione. Ho detto abbastanza”.

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