
Come c'era da aspettarsi, la miniserie televisiva targata Disney+ e incentrata sulla figura di Amanda Knox, uno dei principali volti del terribile delitto di Perugia, ha suscitato non poche polemiche. La controversa serie, intitolata The Twisted Tale of Amanda Knox, ossia "Il racconto alternativo di Amanda Knox", ha come scopo quello di riportare il punto di vista della 38enne statunitense. E si pone un interrogativo, riportato nella locandina della serie: "La realtà esiste, se nessuno ci crede?". Le premesse per scatenare accese discussioni, insomma, ci sono tutte.
E le polemiche sono arrivate praticamente subito. A far sentire la loro voce sono i familiari di Meredith Kercher, che hanno subito contetato la serie tv, accusando gli autori di aver rimescolato le carte. La sofferenza dei parenti della povera Meredith, uccisa brutalmente la sera del primo novembre 2007, è naturalmente comprensibile.
Nel caso di Perugia, lo ricordiamo, la Knox venne arrestata proprio nel 2007 perché ritenuta responsabile dell'omicidio. Poi è arrivata l'assoluzione in via definitiva. Tappe che sono state riportate nell'autobiografia della diretta interessata, e da cui si basa la serie tv. Per la famiglia Kercher si tratterebbe di mero profitto, e attacca duramente il prodotto di Disney+. Nella serie tv figurano, fra l'altro, personaggi come Monica Lewinsky, la segretaria di Bill Clinton passata alle cronache per scandalo del 1995. La Lewinsky sarebbe una delle produttrici del progetto, insieme alla Knox.
La famiglia di Meredith, che ha parlato tramite l'avvocato Francesco Maresca, ha usato parole durissime. "Amanda Knox vuole chiaramente che questo caso continui", ha dichiarato il legale durante un'intervista concessa al Daily Telegraph. "Ancora una volta, dobbiamo assistere a un tentativo di rimescolare le carte, mentre il trailer recita 'Amanda lotta instancabilmente per dimostrare la sua innocenza e riconquistare la libertà'. Ancora una volta, l'attenzione è rivolta a Knox", ha aggiunto.
Fra l'altro, i genitori di Meredith in questi anni sono morti. Adesso sono Lyle e John Kercher a difendere la memoria della sorella.Questa spettacolarizzazione del caso di Perugia non piace alla famiglia della vittima, e non mancherà di far ancora discutere.