Gentile Direttore, ho letto larticolo di domenica 26 Giugno sulla vana attesa di un signore al Pronto Soccorso del S.Martino. Non entro nello specifico, non essendo in possesso di riscontri diretti. Mi limito a non condividere la frase in cui si afferma che «chi ha sperimentato sulla propria pelle o su quella di un parente cosa sia un codice verde o bianco, sa cosa vuol dire». Viene data una connotazione di condanna, o comunque negativa, a questi due «colori», che, a mio avviso, è, se non tendenziosa, quanto meno superficiale: invito a recarsi una notte in qualunque Pronto Soccorso, per vedere cosa siano i codici bianchi. Sono persone che, per non pagare il ticket o aspettare dal proprio medico di famiglia, ricorrono indebitamente al Pronto Soccorso. Lultimo esempio personale: uomo di 40 anni circa, con tosse da tre giorni, ma senza febbre, che si presenta in P.S alle h. 22.00 per riferito calo della voce.
È secondo Voi sensato? Finale provocatorio (ma non troppo): il paziente dellarticolo in questione non ha subito alcun danno a seguito del codice affibbiatogli: apprezziamo, invece di lamentarci, la competenza dellinfermiera del triage, che ha correttamente valutato e catalogato il caso. Cordialmente- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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