Circolano liberamente su Internet i file della Cia, gli interrogatori segretati, i messaggini damore: ma guai se anche il piano del territorio di Milano finisce lì, a portata di clic per qualunque cittadino curioso. Perché lavvocato De Cesaris, divenuta assessore di una giunta che ha conquistato Palazzo Marino promettendo di farne un palazzo di vetro, si arrabbia come una furia, facendosi persino venire un attacco di colite: e lancia strali e minacce contro un consigliere di opposizione, Carlo Masseroli, additandolo come lo spione che ha girato a un sito web il dischetto col Pgt ancora da approvare.
La rabbia dellassessore è tale che convince il presidente del consiglio comunale, lincolpevole Basilio Rizzo, a scrivere una letteraccia che addebita al povero Masseroli colpe un po oscure come «indebite incursioni in ambiti riservati allapparato amministrativo dalla legge», «atti e/o comportamenti qualificabili come abuso del diritto». La sostanza però è chiara: devi smetterla. «La invito quindi a porre in essere tempestivamente tutte le azioni volte ad interrompere la divulgazione degli atti citati», tuona Rizzo.
Si potrebbe obiettare che neanche in Transnistria, ultimo regime comunista dEuropa, i piani del territorio erano considerati un segreto di Stato; o che in un cittadino sospettoso tanta segretezza potrebbe far nascere cattive idee su cosa si prepari con il nuovo Pgt; o che un segreto che sanno in tre non è più un segreto.
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