La settimana del design è agli sgoccioli e a Milano è già tempo di bilanci per una manifestazione che ha dato alla città una ventata di internazionalità e anche un assaggio di cosa potrebbe succedere durante il famigerato Expo. Per questedizione un dato emerge su tutti: si tratta di una kermesse in crescita e, quasi per un paradosso, in modo inversamente proporzionale alla salute del settore, se pensiamo che gli addetti ai lavori, Cosmit in testa, lo avevano battezzato il Salone della speranza. Speranza di provare a rialzare la testa rispetto al crollo del fatturato dellintero comparto del mobile di quasi il 18 per cento. Malgrado ciò, lottimismo in questi giorni ha regnato sovrano, sia in città sia nella roccaforte di Rho-Pero che ha visto la partecipazione di 2.542 espositori per un totale di duecentomila metri quadri di stand. E allora la Lombardia può fregarsi le mani non soltanto per gli affari della Fiera (i costi di partecipazione partono da 149 euro al metro quadro a cui si aggiungono i 570 di tassa di iscrizione) ma anche e soprattutto per lafflusso di pubblico che, secondo i primi dati, avrebbe ben superato quota 300mila visitatori per oltre la metà stranieri. Per un indotto totale, complice il far west delle tariffe alberghiere da 350 euro a notte in hotel a tre stelle (manco Parigi a Capodanno), stimabile intorno ai 250 milioni di euro in tutta la Regione. A fare da padrone - si fa per dire- è stato ancora una volta il Fuori Salone che ha decisamente allargato i suoi confini oltre le aree tradizionali come il centro-Monforte e Tortona. La presenza di spazi a Lambrate, allIsola e a Bovisa ha reso questanno il Fuori Salone una realtà sempre più policentrica, basti pensare agli oltre 450 eventi di questi giorni in tutta la città. Cocktails, premi e cotillion. Ma anche affari? «Le aziende di design riferiscono un aumento di interesse da parte del mercato rispetto allanno scorso e dunque timidi cenni di ripresa» dice Gilda Bojardi, la direttrice della rivista Interni che oggi rappresenta lunico punto di riferimento «istituzionale» per la grande kermesse cittadina. «Di certo i designer hanno volato un po più basso sul piano delleccentricità e le proposte erano più ragionate. Ma sul piano della ricerca, notevole è stato il livello di qualità e innovazione soprattutto da parte dei progettisti belgi, inglesi e francesi, oltre naturalmente a quelli del Sol Levante». Cenni di ripresa, dunque, anche grazie allapertura di mercati emergenti, come quello mediorientale e sudamericano («in primis Marocco e Brasile»). Per quanto riguarda le tendenze, questedizione ha fatto riscontrare il trionfo dei materiali ecosostenibili e riciclati.
«Linstallazione dello spagnolo Jaime Hayon allUniversità Statale sulle differenti forme energetiche rinnovabili ne è il simbolo» sottolinea la Bojardi. Ma si può fare di più? Certo la logistica è ancora carente specie nelle nuove zone, e a farne le spese sono soprattutto gli stranieri. «Ma è una questione che non spetta nè a Interni nè alle aziende risolvere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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