Torino - Un colosso mondiale delle quattro ruote, secondo solo alla giapponese Toyota, con un giro d’affari da 80 miliardi di euro e 6-7 milioni di vetture vendute ogni anno. È questo il disegno di Sergio Marchionne, se riuscirà a portare a termine l’ambizioso piano di una fusione di Fiat Auto e Chrysler con le operazioni di General Motors nel Vecchio Continente.
Il piano di Marchionne Nel progetto Fiat sono incluse anche le altre unità europee della casa di Detroit, la britannica Vauxhall e la svedese Saab. Il nuovo gigante coprirebbe ogni settore del mercato dell’auto, con un parco di prodotti dove l piccole cilindrate Punto e 500 conviverebbero con la media cilindrata Astra e il suv Jeep Grand Cherokee. Se i sindacati temono conseguenze sull’occupazione, il governo tedesco guarda con "interesse" al piano di Marchionne, ma chiede prospettive a lungo termine per il mantenimento degli impianti.
I paletti dei tedeschi Inoltre il ministro dell’economia Karl-Theodor zu Guttenberg spiega che Fiat stima di aver bisogno circa di 5-7 miliardi di euro di prestiti-ponte per concludere l’affare, un progetto che contempla, come snodo necessario, la creazione di un nuovo soggetto azionario, in seguito ad uno scorporo di Fiat Auto dalle altre operazioni del gruppo italiano.
Questa operazione è finalizzata alla quotazione in Borsa di una società, che probabilmente verrà chiamata Fiat-Opel, la quale dovrà attrarre capitali freschi, consentendo così al Lingotto di acquisire le attività di Gm Europa senza contrarre nuovi debiti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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