Piano del territorio, Cabassi e Ligresti giocano al rialzo

Un mese e mezzo per approvare il Pgt, pena la decadenza dello strumento urbanistico che dovrà disegnare lo sviluppo di Milano nei prossimi 30 anni. Il Piano di governo del territorio dovrà essere approvato entro il 14 febbraio, intanto emergono i particolari delle osservazioni presentate allo strumento urbanistico.
Una delle notizie emerse ieri è che, sulle aree Expo, i Cabassi puntano a costruire di più, fino a un indice di edificabilità pari a 1 contro lo 0,52 previsto dagli accordi conclusi a settembre con le istituzioni, mentre Fondazione Fiera Milano vuole eliminare una sorta di tassa del 25 per cento sulle plusvalenze che arriveranno dall’operazione immobiliare post evento. Questo il contenuto delle osservazioni inviate dai due proprietari dei terreni su cui sorgerà l’Expo del 2015. In due documenti distinti Cabassi e fondazione illustrano le loro strategie del post esposizione, concentrate sul milione di metri quadri che per cinque mesi puntano a catalizzare l’attenzione del mondo per poi trasformarsi in una grande operazione immobiliare.
Altro aspetto: nella nuova «Defense» milanese di via Stephenson, nella zona nord ovest della città, vicina all’area Expo, ci dovrà essere spazio anche per il comparto residenziale. L’indicazione arriva da un documento riservato e inviato da immobiliare Fondiaria-Sai ai vertici del Comune di Milano in riferimento al nuovo piano. L’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli aveva promesso «un distretto finanziario come la londinese Canary Wharf». «La trasformazione urbanistica - spiega il documento della compagnia - assume rilevanza strategica a livello urbano, sia per l’estensione territoriale sia per la presenza di importanti assi viari, sia per la necessità di potenziare i collegamenti alla rete viaria principale e al sistema ferroviario». Di qui, la necessità di realizzare «edifici a funzione residenziale libera senza limitare la densificazione a una prevalente destinazione non residenziale».
Intanto Salvatore Ligresti scommette sul Cerba, e punta a ottenere ulteriori volumetrie nelle aree circostanti il nuovo centro milanese di biomedica avanzata, e a edificare in particolare sui 60mila metri quadrati di Macconago adiacenti all’istituto progettato da Stefano Boeri. Le strategie emergono da alcuni documenti riservati che l’ingegnere avrebbe inviato, tramite le holding di famiglia, in particolare Immobiliare Costruzioni (imco) e Altair, ai vertici del Comune di Milano per chiedere modifiche al piano di governo del territorio (Pgt) su terreni di loro pertinenza.

Le richieste di Ligresti sono attualmente al vaglio degli esperti comunali ma, a prescindere dalla risposta, rivelano l’assolutà centralità degli esiti del pgt nelle strategie di sviluppo delle holding dell’ingegnere. Attualmente le aree del Cerba sono in pegno alle banche come garanzia per il rifinanziamento di sinergia, la principale cassaforte dei Ligresti.

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